27 milioni destinati alla formazione

Gli interventi istituzionali per tutelare i soggetti deboli prendono una piega inedita, orientata verso l’«investimento a lungo termine» più che a tentativi di tamponamento.

Occupazione e formazione: fondi e corsi di ricollocamento

La contingenza è difficile: sono circa dodicimila i posti di lavoro tranciati dalla crisi nei settori tessile, meccanico e dell’informatica.

Si tratta di tre aree, spiega l’assessore regionale al lavoro Claudia Porchietto, «in grande difficoltà: in maniera trasversale al territorio continuano ad arrancare e a manifestare sintomatologie derivate dalla recessione».

La Giunta regionale ha deciso di intervenire, firmando il 31 gennaio un accordo con il ministro del lavoro Maurizio Sacconi.

«Abbiamo ottenuto un finanziamento di circa 27 milioni di euro da destinare alla formazione professionale: si tratta di un programma innovativo che non mira a riqualificare indiscriminatamente e in maniera “grezza” i lavoratori, ma a implementare corsi di formazione in base alle reali esigenze di mercato. In altre parole, esistono cassaintegrati che intendono ricominciare la propria carriera, altri che non manifestano alcun interesse a riguardo. Saranno questi ultimi a essere esclusi dall’iniziativa. I corsi saranno specifici e mirati in maniera tale da ottenere il massimo risultato possibile».

A ciò, spiega Porchietto, si aggiunge «un sistema di premialità che avrà come destinatari i Centri per l’impiego, le Agenzie professionali e le aziende coinvolte, a seconda della durata dei contratti lavorativi che verranno attivati».

L’assessore conclude osservando che «sebbene nella Granda (e anche altrove, a macchia di leopardo) si assista a segni di miglioramento, e nonostante l’iniziale proposta da parte del Ministro di selezionare due sole province, abbiamo voluto coinvolgere tutte le province piemontesi nel progetto».

Il numero complessivo di lavoratori ricollocati potrebbe raggiungere quota tremila: circa un terzo degli attuali disoccupati dei settori in questione.

Cassa integrazione. Durante l’incontro con il ministro Sacconi, spiega Porchietto, sono emersi dati significativi rispetto agli ammortizzatori sociali: nel 2010 le domande di cassa integrazione in deroga presentate dalle imprese sono state 9.925, per un totale di oltre 33 milioni di ore e quasi 389 mila lavoratori coinvolti.

Cifre che riflettono l’incrinarsi di un intero assetto socio-economico: basti pensare che la spesa regionale per gli ammortizzatori ammonta a 115 milioni; dal ministero sono arrivati 240 milioni. Ci sono da considerare i dati relativi agli interventi di politica attiva (orientamento e formazione professionale, accompagnamento al lavoro): circa 27 mila lavoratori coinvolti per una spesa totale di 15 milioni di euro.

Chiudere i rubinetti. Quanto al mondo imprenditoriale ed economico in genere, l’assessore sembra sereno, e concorda con l’assessore all’istruzione Alberto Cirio nelle linee strategiche da adottare: «La Regione intende supportare ma non privilegiare. Daremo fiducia ai soggetti che la meritano alla luce di un semplice presupposto: se la fiducia viene tradita, la Regione chiude il rubinetto. Le risorse sono limitate e sono richiesti l’impegno e l’onestà di tutti».

Matteo Viberti

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