La falsa partenza dei certificati medici on-line

Dal 1° febbraio sono spariti i certificati medici su carta da recapitare all’Inps.

Ora il medico compila e trasmette il certificato tramite una procedura informatica. Il primo giorno di applicazione della nuova procedura (dopo dieci mesi di sperimentazione) è stato un delirio.

Sanità e informatica: tutto a posto?

Il sito per raccogliere i certificati è stato a lungo bloccato e per avere una risposta dal call center si sono toccate attese di una ventina di minuti. Così i medici di famiglia sono stati costretti a sottrarre lungo tempo all’assistenza e tanti ammalati sono stati costretti a fare il ping pong fra lo studio del medico e l’ufficio del personale per capire come fare a ottenere un certificato valido.

Il dramma, per tutti, sono le sanzioni previste dalla nuova norma: perdita della paga per il lavoratore che non fa inviare il certificato nel primo giorno di malattia e licenziamento del medico inadempiente da parte del servizio sanitario nazionale.

Per questo i sindacati dei medici hanno proclamato lo stato di agitazione e hanno ottenuto una serie di incontri ministeriali per risolvere la questione. Intanto le sanzioni sono state sospese dal Ministero che, in serata, ha poi annunciato che il servizio è finalmente entrato a regime: «Sono molto soddisfatto», ha detto Brunetta, «è il segno della modernizzazione. La nuova piattaforma funziona, migliorerà la vita di 18 milioni di lavoratori facendo loro risparmiare 200 milioni di euro l’anno spesi fino a oggi in raccomandate per spedire i certificati».

Dopo l’iniziale passo falso la situazione sembra stabilizzata e nella prima settimana i certificati elettronici compilati correttamente sono stati mezzo milione in tutta Italia, oltre il doppio rispetto alle ultime settimane di sperimentazione.

Restano molti “buchi” da risolvere: i tanti medici in difficoltà perché i loro studi non sono raggiunti da linee Internet veloci (e in Granda non mancano); le visite a domicilio in cui il medico, senza computer, non può indicare al malato il numero di registrazione del certificato; i pronto soccorso non ancora attrezzati per rilasciare i certificati elettronici e le aziende che non sono state informate della novità oppure che non si sono ancora dotate di caselle di posta certificata per ricevere i fogli di malattia direttamente dall’Inps e, quindi, continuano a chiedere la copia cartacea al dipendente ammalato, che, stando alla legge, non dovrebbe più esistere.

g.s

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