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Scout: un giorno per pensare

«Lasciate il mondo un po’ migliore di come l’avete trovato», era il motto di Baden-Powell. E in occasione di questo Thinking day, il “giorno del pensiero” appunto, che celebra il compleanno del fondatore degli scout, i gruppi albesi e quelli di Canale hanno preso alla lettera il suo invito: durante la mattinata di domenica si sono occupati della pulizia di alcuni luoghi pubblici, imbruttiti dall’immondizia (clicca qui per vedere la fotogallery).

Con la collaborazione delle rispettive Amministrazioni, i ragazzi di Canale si sono dedicati alla nuova pista ciclabile che collega Canale a Valpone, mentre gli scout di Alba hanno pulito il parco Tanaro, recentemente intitolato a Baden-Powell, e le scarpate del primo tratto della tangenziale, che allaccia la loro cittadina alle altre.

Nel grande cerchio che l’Alba 1, l’Alba 7 e l’Alba 9 hanno formato in piazzale Ferrero, per dare il via alla loro attività come vuole la tradizione scout, erano presenti la Protezione civile albese, la Polizia municipale, il 118 e, per il Comune di Alba, l’assessore Massimo Scavino, Pierangelo Bonardi e Italo Sobrero, responsabile settore ambiente.

Dopo l’immancabile scenetta – questa volta un alieno è giunto fin qui per sporcare la Terra – i ragazzi, divisi in gruppi, sono stati muniti di guanti e sacchi forniti dal Comune di Alba.

«La gente non capisce quanto sia poco rispettoso seminare tutta questa spazzatura», commenta Anna, del reparto Alba 7, «ma aiutare gli altri ti solleva ». Accanto a lei Kumud, dell’Alba 1, aggiunge: «Poi se vedono tutta questa sporcizia si sentono autorizzati a buttarne altra». Emanuele, del branco Alba 9, è impegnato a togliere le cartacce dal parco Baden- Powell e sembra quasi divertirsi: «Mi piace questo gioco», esclama.

Affinché il gioco non si tramuti in incidente, il capo di ogni postazione elimina con le pinze gli oggetti che possono rappresentare un pericolo. Da uno dei punti lungo la tangenziale Alessandro Burello, ormai in noviziato, è soddisfatto non solo del servizio svolto, ma anche dell’esempio dato ai più giovani: «Lo scoutismo è anche formazione, e loro saranno i cittadini albesi di domani. Chissà quante volte sono passati di qui, in macchina con i genitori, senza osservare tutto questo ». Dopo il pranzo, nell’oratorio del Duomo, i ragazzi hanno giocato e partecipato alla Messa, celebrata nella cattedrale, insieme agli amici del Valle Tanaro 1. Alla Messa, il sindaco di Alba, Maurizio Marello, i cui figli sono nel Valle Tanaro 1, ha ringraziato gli scout per l’opera svolta.

Chiara Cavalleris

Alessandro Veglio è nel gruppo scout Alba 1, corrispondente alla zona di Cristo Re. Il gruppo è composto da un centinaio di ragazzi, suddivisi in “branco” (dagli 8 ai 12 anni), “reparto” (dai 13 ai 15 anni) e “clan” (dai 16 ai 21). Alessandro è capo del “clan”.

Negli scout da quando aveva 15 anni, crede molto nel gruppo e nella sua attività, che definisce «un cammino insieme, per acquistare consapevolezza di sé e delle proprie azioni».

Che cosa significa essere uno scout?

«Essere membro di un gruppo scoutistico non comporta solo la partecipazione ad attività e uscite. Secondo i princìpi del nostro fondatore, Robert Baden-Powell, coltiviamo la formazione del carattere, lo sviluppo fisico, il servizio agli altri e l’abilità manuale. Il risultato è un percorso di crescita».

Qual è l’accoglienza dei ragazzi verso iniziative come la giornata “ecologica”?

«Noi capi spieghiamo ai ragazzi il problema (in questo caso la sporcizia diffusa sul territorio) e discutiamo con loro eventuali soluzioni, analizzando insieme le idee che emergonoe accettando i suggerimenti. Cerchiamo di guidarli nelle iniziative che abbiamo in programma, e questo trova un buon accoglimento. Il compito dell’educatore scout è infatti di sensibilizzare i ragazzi, non di imporre le proprie scelte».

Nell’attuale crisi dei valori che colpisce soprattutto il mondo giovanile, quale futuro vedete per gli scout?

«Noi cerchiamo di aprirci ai ragazzi, soprattutto alle fasce d’età più problematiche, e di portare il nostro messaggio alle zone più disagiate. Il nostro obiettivo non è attirare i giovani, bensì supportarli. Si dice che gli scout siano “bravi ragazzi”. I nostri ragazzi sono come tutti gli altri, con gli stessi problemi e dubbi, ma in questo clima di generale povertà di proposte, giovani e famiglie trovano in noi la solidità di cui hanno bisogno. Educhiamo, accompagnando i ragazzi in un percorso formativo che li aiuta ad acquisire consapevolezza di sé e delle proprie scelte».

Elisa Pira

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