Spiragli per l’Asl albese?

La visita ad Alba dell’assessore alla sanità, Caterina Ferrero, accompagnata dal collega Alberto Cirio, sembra aprire uno spiraglio per il mantenimento dell’Asl Alba-Bra o, comunque, per una modifica al progetto di riordino del sistema sanitario piemontese, indicato dalla Giunta Cota a fineanno e in attesa di essere esaminato e approvato dal Consiglio regionale.

L’assessore regionale Ferrero ad Alba per il nuovo ospedale

Incontrando una rappresentanza di sindaci del territorio prima e gli imprenditori che hanno dato vita alla “Fondazione nuovo ospedale” Ferrero e Cirio hanno raccolto le preoccupazioni che “il territorio” ha sull’Asl unica per la provincia di Cuneo e sulla divisione di competenze tra aziende territoriali e aziende ospedaliere.

L’assessore Ferrero ha rassicurato tutti che «risparmio e tagli agli sprechi non significano sacrificio dei servizi», anzi, che la divisione tra Asl e Aso «renderà una distribuzione dei servizi ai cittadini più mirata alle esigenze».

Ferrero ha anche illustrato le peculiarità che la rete ospedaliera organizzata secondo i nuovi criteri, con il Santa Croce a fare da capofila nei confronti delle altre strutture della Granda, avrà più benefìci, in ottica utente, rispetto alle problematiche previste da sindaci e territorio, e che aziende sanitarie “mastodontiche” portano a maggiore efficienza e maggiore confronto con la Regione.

«La gerarchizzazione degli ospedali consentirà di erogare servizi appropriati su ampi territori e per la Regione sarà più semplice lavorare a stretto contatto con i supermanager che, a loro volta, si coordineranno con i responsabili delle singole strutture».

Cirio ha sottolineato nel corso dei diversi incontri quanto sia necessaria la riforma: «Con la Giunta Ghigo il disavanzo della sanità pubblica era di 400 milioni di euro all’anno; con Bresso è salito a 530 con una differenza sostanziale, però: lo Stato non appiana più i “buchi” ed è quindi indispensabile una soluzione efficace di contenimento dei costi».

Ci sono possibilità di salvezza per l’Asl Alba-Bra? I due assessori non si espongono ma spiegano che il progetto di riforma è un punto di partenza che va discusso col territorio, in commissione e poi in Consiglio e quindi che può essere cambiato.

«Per la sanità pubblica è un momento particolare», spiega Ferrero. «È importate arrivare a una riforma in tempi meno lunghi che in passato».

«Siamo pratici», aggiunge Cirio, «non ha senso discutere su cose vuote; per questo abbiamo anticipato in una delibera che non ha efficacia immediata ma che raccoglie le principali linee guida».

Una cosa certa è l’appoggio che la Regione continua a dare al nuovo ospedale di Verduno. «Abbiamo di recente stanziato i soldi per il completamento del nuovo ospedale di Alba e Bra e per quello di Biella», sottolinea Cirio.

«Verduno ha tutte le caratteristiche per assumere un ruolo d’eccellenza non solo per Alba e Bra ma per tutto il sistema provinciale », aggiunge Ferrero.

Ora non resta che attendere se la specificità del territorio di Alba e Bra verrà ancora una volta riconosciuta dalla politica o se l’applicazione della riforma che vuole una sola Asl e una sola Aso in ogni provincia sarà integrale.

Giulio Segino

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