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Piano regolatore, ci siamo

Alcune centinaia di alloggi “teorici” in meno. Li avrà il Piano regolatore targato centro-sinistra, rispetto alle previsioni (si ipotizzavano 3.750 nuove abitazioni) dell’Esecutivo di centro-destra di Giuseppe Rossetto, il sindaco che avviò lo studio del documento urbanistico, affidandolo al team Benevolo di Brescia, ma non riuscì ad approvarlo.

Maurizio Marello, al suo arrivo in piazza Duomo, dopo aver sostenuto dall’opposizione la battaglia contro le “torri” paventate a San Cassiano, promise: ne taglieremo mille. E alcune centinaia di alloggi forse possono arrivare anche a più di un migliaio… Vedremo. Presto, perché si sta decidendo la convocazione della Commissione urbanistica, chiamata a esaminare il nuovo schema del progetto preliminare.

La storia è datata, se ne parla dall’inizio del Duemila. Eppure il piano deve ancora farne di strada. Il primo passaggio della nuova era si svolgerà in Commissione, poi il documento verrà presentato ai quartieri, per essere infine sottoposto al vaglio del Consiglio comunale. Di seguito verrà il tempo delle osservazioni, del loro esame ed eventuale recepimento, del nuovo passaggio in Consiglio, infine dell’invio in Regione per il via libera. Se andrà bene, l’iter si chiuderà «entro la consiliatura». Lo dice Marello.

 

Piano regolatore: Maurizio Marello annuncia la svolta

Piano regolatore: Maurizio Marello annuncia la svolta

Ci siamo, Sindaco?

«Alcune parti del progetto – quelle immutate o con lievi modifiche – sono già state esaminate dalla Commissione. Ora abbiamo l’assetto definitivo del nuovo Piano regolatore in mano: si tratta di un documento di nuova generazione e di elevato profilo. Voglio ricordare che l’ultimo Piano regolatore albese è datato 1957; quelle successive sono sempre state varianti ».

Come sarà la sua Alba?

«Resta ferma la filosofia portata avanti da Luigi e Alessandro Benevolo, i progettisti, cioè il profilo di una città policentrica – con più poli, dotati di servizi – e il sistema della perequazione, accanto al principio della città antica quale cuore pulsante. Mi pare molto interessante l’idea di riqualificare la corona nata intorno alla circonvallazione, in maniera disorganica, negli anni Sessanta-Settanta. Evidenzio l’intervento legato all’area dell’ospedale San Lazzaro: il complesso antico sarà valorizzato, non appena sarà attivo il nosocomio di Verduno, mentre si prevede la demolizione della parte nuova, che sarà riedificata, con verde, parcheggi, viabilità pedonale per il Movicentro.

Abbiamo, poi, contigua, la pianificazione dell’area di via Vivaro, un comparto per due terzi pubblico e in parte connesso all’attuale sede Egea (la società multiservizi si trasferirà a giugno): si lascerà spazio all’edificazione “controllata”, a un sovrappasso pedonale sulla ferrovia e a un multipiano nel parcheggio dell’ospedale. Un’altra passerella pedonale è prevista tra le piazze Prunotto e Cagnasso, dove si sfrutterà, invece, il dislivello per un interrato in grado di restituire l’utilizzo della superficie. Un altro parcheggio è previsto a porta Cherasca: si vuole in questo modo tenere ai bordi del centro il traffico e pedonalizzare progressivamente la città storica. Infine, punteremo sul verde: il Parco fluviale del Tanaro, certo, ma anche grandi “polmoni” a San Cassiano, lungo il Cherasca e sulla collina della Scuola enologica».

Quale sorte avranno le aree Miroglio di via Santa Barbara e corso Asti?

«In via Santa Barbara sarà riorganizzato l’ex sito industriale in funzione residenziale, creando i presupposti per un’ampia area moderatamente urbanizzata ai piedi della collina, di una strada pedecollinare (quella che viene definita impropriamente tangenziale Est) e di una struttura sportiva. In corso Asti, in luogo di nuovi insediamenti commerciali, come ventilato – il piano fotografa la situazione esistente, senza pensare a nuove concentrazioni di vendita –, è prevalsa l’idea di affiancare al centro direzionale Miroglio un polo fieristico e congressuale dotato di parcheggi, verde, viabilità. Si tratta di una novità di grande rilievo, che permetterà di mutare il volto dell’area».

Che cosa accadrà a San Cassiano?

«In talune zone si prevede una considerevole diminuzione del consumo di territorio. È il caso di San Cassiano-Gallo- Cantina di Roddi, dove il Prg ridimensiona, rispetto alle ipotesi, l’altezza degli edifici – due-tre piani, come per il resto della città – e punta a un numero contenuto di nuove abitazioni. Il polo che si realizzerà, legato alla nuova sede Egea e al trasferimento della Dimar, darà un assetto, una piazza, servizi e viabilità al quartiere, mettendo insieme l’esigenza di crescita e la necessità di evitare la cementificazione ».

E a Piana Biglini?

«Si è passati a una prospettiva di sviluppo adeguata a un quartiere alle porte della città, mentre a Vaccheria, laddove esistono già insediamenti artigianali e industriali organizzati – il Pip –, saranno ammessi ampliamenti».

Soddisfatto?

«Certo. Abbiamo uno strumento importante per migliorare la città». Rimpianti? «Se avessimo proceduto fin dal 2006 – la data della prima progettazione preliminare – si sarebbe evitato di costruire per varianti, un errore non più rimediabile».

Come reagirà il centro-destra?

«Deciderà in autonomia, valutando gli elementi di continuità con la precedente impostazione del documento».

Maria Grazia Olivero

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