Produzione in crescita

A un anno dal rinnovo delle cariche, il consorzio “Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Roero” ha incontrato la stampa venerdì scorso per fare il punto della situazione e parlare di prospettive future, con un occhio di riguardo ai possibili scenari di produzione e mercato dei vini tutelati.

 

Vendemmia 2011

A sinistra: il presidente del Consorzio Piero Ratti; a destra: il direttore Andrea Ferrero (foto di Severino Marcato).

Il presidente Piero Ratti e il direttore Andrea Ferrero hanno riassunto in pochi dati significativi gli andamenti del settore e l’attività consortile dell’anno appena concluso. In uno scenario globale caratterizzato da due grandi novità normative come il decreto legislativo 61/2010 e la nuova Ocm vino e una situazione di generale rallentamento dell’economia, l’impegno del consorzio è stato molteplice. Inizialmente ha privilegiato il supporto alle variazioni dei disciplinari di produzione (Barolo, Barbaresco, Diano d’Alba, Dogliani con l’accorpamento anche del “Langhe monregalesi” e il lungo lavoro sulla “Doc Langhe”, che adesso è davvero una denominazione territoriale).

Dal punto di vista promozionale, l’attività consortile si è sviluppata con un intenso lavoro di supporto agli associati rispetto all’Ocm vino con una serie di interventi che hanno mosso un giro di affari di oltre 400 mila euro. Ma la novità più importante, della quale abbiamo già parlato, è legata al progetto di gestione delle superfici vitate, in particolare di vini come Barolo, Barbaresco, Roero e Langhe Arneis e Dogliani.

In questo caso, la scelta consortile, condivisa da tutti gli organismi che partecipano alla filiera, ha privilegiato una crescita meditata delle superfici vitate in alternativa al blocco totale oppure alla liberalizzazione assoluta scelte da altre zone italiane. Un modello più impegnativo e difficile da attuare, ma che aiuterà il settore a regolare il suo sviluppo in rapporto con le tendenze del mercato.

Nella seconda fase dell’incontro, sono stati forniti i dati relativi alla produzione 2010, una vendemmia che sostanzialmente si presenta in linea con l’annata precedente. Limitando l’analisi ai soli vini tutelati dal Consorzio (con l’esclusione di Asti e Moscato d’Asti e della doc “Piemonte”), le bottiglie prodotte nel 2010 sono state 66.298.533 con un incremento del 3 per cento rispetto al 2009, quando le bottiglie erano state 64.370.133. Si confermano, quindi, i dati annunciati in sede di previsione vendemmiale, quando si era parlato di un 5 per cento in più di produzione. Un dato in incremento è quello del Barolo,ma è del tutto giustificato, dal momento che la resa uva-vino, per effetto della modificazione del disciplinare, è passata dal 65 al 68%. Stabile si presenta il dato produttivo del Barbaresco, da qualche anno in costante oscillazione tra 4 e 4,5 milioni di pezzi. La riduzione più evidente è quella della Barbera d’Alba, che perde oltre 400 mila bottiglie (-3%) e qui le ragioni sono molteplici, non ultimo il fatto che questo vitigno può aver avuto più problemi per la botrite in epoca vendemmiale, oltre a un eventuale calo dei vigneti produttivi.

Decisamente in rialzo sono stati nel 2010 gli imbottigliamenti, che hanno segnato un andamento positivo rispetto all’anno prima un po’ in tutte le denominazioni. Un aspetto, questo, che appare molto favorevole e conferma la maggiore vivacità dei mercati, com’era stata già annunciata nell’autunno 2010. Rispetto al 2009, risultano maggiori imbottigliamenti per quasi 7 milioni di pezzi, con un saldo positivo che si attesta sul +17% e, nel caso del Barolo, addirittura sul 36%. Buono anche il comportamento del Barbaresco che avanza negli imbottigliamenti del 15%. Questa situazione appare oltremodo favorevole se si pensa che anche nei primi tre mesi del 2011 si è confermato lo stesso trend e questo ha determinato anche una nuova ripartenza delle quotazioni dei vini sfusi. Con buona soddisfazione dei produttori.

Giancarlo Montaldo

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