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Un trattore per Kalongo

Prisca aveva sussurrato al vento del monte Oreb, che sovrasta la missione dei Padri comboniani di Kalongo, nel Nord Uganda, di aver bisogno di un trattore per dissodare un pezzo di savana: con quel mezzo avrebbe avuto a disposizione prodotti per il sostentamento di un migliaio di persone (Gazzetta 34 del 2010, pag. 22).

L’invito è arrivato sino alle colline di Alba. Il giardiniere Flavio Molino, coadiuvato dalla moglie Daniela, ha trovato un trattore in ottime condizioni della ditta di Felice Gavarino. E, ad Alba, come spesso accade, è scattata una gara di solidarietà. Chi con offerte, chi con altre attrezzature agricole (aratro, puntatore, erpice, ricambi, ecc.), chi con grandi o piccole somme, molte persone si sono mobilitate per trovare la somma necessaria ad acquistare il mezzo. Il 6 dicembre il container con le attrezzature è partito alla volta di Kalongo, in Uganda, dov’è arrivato il 18 febbraio. Qui è stato subito utilizzato per dissodare il terreno della savana vergine, prima dell’arrivo delle piogge.

Il centro Santa Bakhita di Kalongo accoglie 206 ragazze, quasi tutte madri in seguito alla violenza dei seguaci del pazzo fanatico Kony, che in 23 anni di guerriglia ha distrutto il Nord Uganda, rapendo circa 30 mila ragazzi e ragazze e uccidendo migliaia e migliaia di persone. I bambini-soldato venivano avviati alla guerriglia, le ragazze rese schiave.

Dopo l’armistizio del 2007 questi giovani erano allo sbaraglio, orfani, senza casa e senza identità. Prisca Ojok Auma, esule in Italia, è ritornata al suo Paese, e con l’aiuto dei Padri comboniani e della cooperazione italiana – rappresentata da Cesare Forni – ha accolto le ragazze più in difficoltà per dare loro un avvenire, attraverso lo studio e il lavoro. Ora Kalongo è un giardino, e presto, grazie all’aiuto degli albesi e non solo, il centro sarà in grado di produrre il cibo necessario a vivere.

 

Severino Marcato

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