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La sosta blu la paghi tu

Il servizio della trasmissione Le iene sull’illegittimità dei parcheggi a pagamento ricavati a bordo strada, andato in onda poche settimane fa, in prima serata, ha sollevato un polverone.

 

Parcheggi

Via Cuneo, ad Alba, lascia più di un dubbio sui parcheggi blu: in alcuni punti i parcheggi sono d’intralcio al flusso del traffico.

Codice stradale alla mano l’inviato della trasmissione di Italia 1, in giro per Milano, indica alcuni parcheggi blu che non rispondono a quando stabilito dal comma 6 dell’articolo 7: «Le aree destinate al parcheggio devono essere ubicate fuori della carreggiata e comunque in modo che i veicoli parcheggiati non ostacolino lo scorrimento del traffico».

La tesi del programma, supportata dall’intervista di alcuni avvocati e di un docente di scuola guida, è che gli unici parcheggi a pagamento validi solo quelli nei piazzali, nei silos, nei multipiani, mentre le strisce blu tracciate lungo i bordi delle strade non sono regolari, quindi le multe fatte a chi non paga la sosta vanno contestate al giudice di pace.

Le strade milanesi mostrate in tv sono molto simili ad alcune vie albesi, in cui i parcheggi blu sono tracciati a bordo strada: ad esempio in corso Italia, in tutto il centro storico, in via Galimberti (dove addirittura gli stalli di sosta sono su entrambe i lati).

La soluzione al “rebus” parcheggi blu non è così tranciante come proposto dalle Iene, anche per fare più sensazione. La legittimazione dei parcheggi a pagamento a bordo strada diventa un “gioco dell’oca”, avanti e indietro, tra leggi, regolamenti e pareri. Prima di “inondare” la giustizia di ricorsi bisogna però allargare lo sguardo anche agli altri articoli del Codice della strada e ai nuovi documenti che nel corso degli anni si sono aggiunti alla giurisprudenza. Se ne ricava che – purtroppo per noi automobilisti – i parcheggi blu (e bianchi) disegnati ai lati della strada, anche quando non c’è la striscia tratteggiata che delimita la carreggiata, sono legali.

Innanzi tutto l’interpretazione – e l’Italia è fatta tutta da interpretazioni – dei termini “fuori della carreggiata” va letta come fuori dal flusso di auto, in modo da non intralciarne il passaggio: in pratica l’automobilista trova un giudice di pace che gli dà ragione, chi ha fatto la multa ricorrerà al grado successivo di giudizio e troverà sostegno nella corposa letteratura normativa che precisa che la definizione di carreggiata è soprattutto la «parte della strada destinata allo scorrimento dei veicoli», anche perché negli altri articoli del codice i posteggi a bordo strada sono definiti e previsti.

C’è poi da considerare che, con le nuove regole, per ricorrere al giudice di pace occorre versare una somma che è superiore ai 38 euro di multa per il mancato pagamento dei parcheggi blu. E si rischia anche di trovare un giudice che applicando in modo letterale annulla la multa per mancato parcheggio, perché lo stallo di sosta era all’interno della carreggiata e, a questo punto, commina una sanzione più pesante per divieto di sosta, visto che la vettura era in una zona che intralciava il traffico essendo ferma sulla carreggiata.

A mettere fuori gioco le Iene, infine, è un parere del Ministero dei trasporti del 2009, sulla «corretta interpretazione e applicazione delle disposizioni del Codice della strada in materia di stalli di sosta nei parcheggi e lungo le strade» che richiama il Codice della strada, il Regolamento di attuazione del codice stesso, due decreti ministeriali, un decreto presidenziale, una direttiva, una ulteriore nota del Ministero dei trasporti e una sentenza della Cassazione. Prendendo in considerazione tutti questi codici e codicilli il Ministero ricorda che spetta agli enti proprietari della strada – quindi in tutti i centri abitati ai Comuni – stabilire le zone, a pagamento e no, adibite a parcheggio e, soprattutto – e qui si esauriscono le speranze di chi vorrebbe non pagare la sosta – «se la carreggiata non è delimitata da alcuna striscia di margine la sosta è ammessa all’interno della carreggiata».

Morale della favola: anche se il singolo articolo del codice sembra dare ragione all’automobilista il malloppone di norme ribalta la ragione sul Comune. Il servizio delle Iene mette in luce una verità più filosofica di quella rigidamente prevista dal codice: troppo spesso i parcheggi blu vengono realizzati pensando a fare cassa piuttosto che a gestire la viabilità. Ad Alba ne abbiamo un esempio: piazza San Francesco, dove gli stalli sono di una larghezza ridicola rispetto alle dimensioni delle auto attuali.

Giulio Segino

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