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Ultimo saluto

Tanti – 30 mila – hanno voluto portare l’ultimo addio a Pietro Ferrero, mercoledì 27, ad Alba, la sua casa. In piazza Risorgimento oltre 5 mila persone hanno assistito commosse e composte alla cerimonia funebre, proiettata sul maxischermo appena fuori la chiesa, mentre altre migliaia erano assiepate nelle piazze Savona e Garibaldi. Una cinquantina di sacerdoti hanno concelebrato la funzione officiata dal segretario di Stato vaticano cardinale Tarcisio Bertone e dal vescovo di Alba Giacomo Lanzetti.

In tutti rimarrà indelebile il ricordo del 27 aprile 2011, quando la città si è fermata in memoria di un imprenditore dal carisma – alimentato dalla riservatezza e dalla sobrietà – tanto grande. Non è un caso che siano giunti sotto le torri il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il ministro per la semplificazione Roberto Calderoli, i sottosegretari di Stato Michelino Davico e Bartolomeo Giachino, la vicepresidente del Senato Emma Bonino, il vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura Michele Vietti e il governatore del Piemonte Roberto Cota. Dall’estero è arrivata la regina del Belgio Paola di Liegi, per il mondo dello sport c’erano i corridori Ivan Gotti e Fabrizio Macchi. Non hanno voluto mancare anche Franzo Grande Stevens, già presidente della Ferrero, e una delegazione di cento sindaci del Piemonte, guidati dal presidente dell’Anci e primo cittadino di Torino, Sergio Chiamparino.

Sono scoccate da poco le undici, quando l’arrivo del corteo funebre è salutato da un lungo applauso. Dalla seconda auto scende il patriarca Michele Ferrero, subito affiancato dal figlio Giovanni, dalle rispettive mogli e dalla vedova di Pietro, Luisa. Il gruppo si ferma pochi secondi sull’ingresso della Cattedrale, mentre Michele saluta la folla, mostrando la tenacia che lo ha sempre contraddistinto nel rispondere all’affetto di cui è chiaramente circondato. Durante l’omelia il cardinale Tarcisio Bertone ricorda «una vita in piena fioritura strappata troppo presto e senza un perché», sottolineando i ricordi di ammirazione e nostalgia suscitati tra amici e colleghi e «le grandi qualità imprenditoriali di valorizzazione del lavoro incarnate nell’azienda».

Funerale FerreroAl termine della funzione Giovanni Ferrero si presenta all’altare, leggendo un messaggio che lascia la folla in lacrime per la profondità dei contenuti. Dura altri dieci minuti l’applauso che saluta il feretro all’uscita dal Duomo, mentre i familiari lo seguono composti. Lascia ancora una volta senza parole la forza del papà Michele, il quale manda baci e agita le mani, in segno di saluto e d’affetto, quasi a voler consolare i presenti.
Il corteo funebre procede lentamente, in silenzio, verso il cimitero, salutato dalle immagini affisse sulle vetrine dei negozi e dalle ali di folla che si sono formate lungo via Vida, corso Coppino, piazza Savona, via Einaudi e corso Europa. L’ultimo fotogramma pubblico si svolge dinnanzi all’ufficio di Pietro Ferrero, al centro ricerche Soremartec. Qui Michele scende dall’auto per rivolgere un affettuoso commiato ai presenti, prima di chiudersi nella tristezza privata.

Alessio Bottigliero

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