Il popolare San Lorenzo

San LorenzoDipinto, scultura o mosaico non importa. Se raffigura un giovane vestito della dalmatica, con una palma in una mano, il Vangelo in un’altra, la graticola appoggiata su un fianco e talvolta, a terra, la borsa del denaro, non c’è dubbio: è il diacono San Lorenzo, il martire più conosciuto e venerato nel mondo dopo gli Apostoli.

Lorenzo nasce intorno al 230 in Spagna, probabilmente a Osea, in Aragona. Dopo gli studi si reca a Roma. Diventa arcidiacono di papa Sisto, amministra i beni della Chiesa e aiuta i poveri (capo della Caritas di allora).

Il primo manager cristiano che investe nei poveri. Amministratore oculato della comunità cristiana sino ad annullare nell’interno di essa gli effetti di una recessione che travagliava i funzionari imperiali. Sicché vennero a sospettare, costoro, che i cristiani avessero fatto incetta di oro e nascondessero chissà quali riserve; non immaginando che le virtù predicate dal cristianesimo, e innanzitutto quella carità che spinge alla condivisione dei beni, è anche, verso le finanze dello Stato, un contributo non indifferente, per l’impegno del risparmio contro la spesa inutile e incontrollata, per la forza di coesione intorno al bene comune, per l’aiuto solidale e intelligente verso coloro che economicamente non rendono, ma umanamente rendono più di quello che producono. Si tratta di scegliere tra l’uomo che ha un preminente valore spirituale e l’uomo cui si attribuisce unicamente un valore economico-materiale.

A San Lorenzo fu ingiunto dal prefetto di Roma di consegnare i tesori nascosti della Chiesa e il diacono-finanziere chiese tre giorni per fare l’inventario. Dopo di che si presentò al Palazzo con una fila interminabile di poveracci.

Lorenzo e il fochista. Una beffa irriverente; onde la condanna crudele: alla graticola! Tormento che non scompose il buon umore del martire; anzi vi aggiunse la sana ironia, quando, steso sulla graticola e bruciate le sue carni dalla brace, si divertiva con il carnefice: «Prego, da questo lato la cottura è al punto giusto; ora, se sei un cuoco come si deve, dovresti rivoltarmi sull’altro lato…».

Umorismo sereno di chi è infiammato solo di Cristo!

Protettore della città di Roma. Prima di morire pregò il Signore per la città di Roma. E i romani ricambiarono in seguito il dono di quella preferenza innalzandogli numerose chiese, la prima sul luogo del martirio, in Agro Verano, l’attuale cimitero, e un’altra subito dopo sulle rovine del teatro di Pompeo, contravvenendo così alla tradizione che non prevedeva per i martiri una chiesa in un luogo diverso da quello del martirio.

Campione di fedeltà, di obbedienza e di carità, l’arcidiacono Lorenzo venne onorato da papa Damaso con una delle sue più ispirate e commosse epigrafi, che dice: «Le fruste dei giustizieri, le fiamme, le torture e le catene. Solo la fede di Lorenzo poté vincerle. Supplichevole Damaso colma di doni quest’altare. E ammira la virtù del martire glorioso».

d.l.c.

Le celebrazioni del 10 agosto ad Alba

Cattedrale di San LorenzoLa parrocchia della Cattedrale ha deciso di rilanciare la festa di San Lorenzo che ricorre mercoledì 10 agosto; tale festa per Alba diventa solennità, essendo il diacono e martire Lorenzo patrono della Diocesi e della città. Il programma della giornata prevede la preghiera di adorazione in Cattedrale alle 16; seguirà alle 17 la solenne celebrazione dei Vespri. Il grande appuntamento è per la sera alle 21 con la Concelebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo Giacomo Lanzetti, insieme con i sacerdoti della città e la partecipazione delle autorità cittadine e dei rappresentanti delle associazioni locali. Un segno particolare sarà la presenza dei giovani della Diocesi che parteciperanno alla Giornata mondiale della gioventù di Madrid.

g.c.

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