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Alla conquista del Brasile

Beppe Aloi con Claudio Coratto e un collega brasilianoCi sono aziende che meglio di altre sanno superare i momenti difficili e, anzi, attraverso di essi sanno crescere e rilanciarsi. Tra questi casi si può sicuramente annoverare l’Insit di Montà. L’azienda, che nasce nel 1948 e cresce sotto il senatore Luigi Burgo e le figlie, attualmente è guidata dal nipote del senatore, Luigi Galgani Burgo, e dalla cugina, Anna Debenedetti.

All’interno della fabbrica, che tutti i montatesi riconoscono per l’alta e caratteristica ciminiera, si lavora la gomma per creare guarnizioni di tenuta per i coperchi dei motori e si progettano e realizzano cuffie per giunti omocinetici in materiali termoplastici (stampando con tecnologia a estrusione e soffiaggio).

Appena un anno fa, avevamo intervistato Galgani Burgo, che ci aveva anticipato l’apertura di un nuovo stabilimento in Brasile. Ora l’ambizioso progetto si è concretizzato con l’inaugurazione della BInsit a San Leopoldo, città a circa 40 km da Porto Alegre.

Che cosa farete in America latina? «Produrremo, anzi abbiamo già iniziato a produrre, le cuffie per i giunti omocinetici. Si tratta di cuffie in plastica con numeri molto alti. Entro un anno dall’apertura contiamo di arrivare al milionesimo pezzo e abbiamo pianificato una crescita produttiva che ci porterà, entro il 2015, a un ritmo di 5 milioni di pezzi l’anno. Con queste cifre copriremo il 50% dell’intera richiesta brasiliana. Quello carioca è, infatti, un mercato molto recettivo e, grazie ai nostri investimenti tecnologici e alla nostra capacità produttiva, siamo convinti di poterlo aggredire con efficacia e scalarlo velocemente».

Avrete già dei clienti di riferimento. «Certo. Per il Brasile abbiamo Fiat e Gkn. Abbiamo ottenuto anche delle commesse per Nexteer (Delphi) e Jtekt. Invece nella nostra sede centrale, a Montà, tra i clienti di riferimento abbiamo in più Iveco, Fiat, Renault, Opel, Magneti Marelli e anche Ferrari e Maserati».

Aprite in Brasile e puntate a conquistarlo. Ma in patria le cose come vanno? «Per fortuna andiamo bene anche qui. Quella del Brasile è una prima scommessa vinta. Ma il nostro centro è, e resta, Montà. Rispetto al 2010 abbiamo incrementato il fatturato del 13% e la produzione di quasi il 25%. Siamo passati dai 7 milioni di pezzi prodotti in un anno a più di 9. Anche i dipendenti sono in crescita, superiamo il centinaio e lavoriamo su tre turni e al sabato. E per rimarcare l’attaccamento al territorio possiamo affermare con orgoglio che la stragrande maggioranza dei nostri dipendenti sono montatesi».

Quale è il vostro segreto? «Non ci sono segreti. Non stiamo mai fermi. Cerchiamo nuove sfide e le affrontiamo con continui e ingenti investimenti. A fronte di una previsione di fatturato di circa 17,5 milioni di euro quest’anno, abbiamo avviato investimenti tra il 2010 e l’anno in corso per 2,5 milioni di euro. Questi soldi servono ad acquistare nuovi macchinari e tecnologia all’avanguardia. Il coraggio, l’intraprendenza e la voglia di fare bene completano il cerchio».

Andrea Audisio

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