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Paghiamo solo chi lavora bene

Non le pare che il Governo, con la manovra economica, stia dando prova d’incapacità e scarsa coesione, assessore Alberto Cirio?
Il Paese è in rivolta. «Come Governo piemontese assistiamo e partecipiamo alla redazione della manovra. Tramite il governatore Roberto Cota abbiamo la possibilità d’incidere sulle scelte e sulle soluzioni. Il “salvataggio” dei piccoli Comuni è un frutto dell’azione sabauda.Hopersonalmente partecipato alle assemblee e alla protesta e sono orgoglioso del risultato ottenuto. Cancellarli sarebbe stato folle e avrebbe segnato una grave perdita. Peraltro, non si sarebbe realizzato alcun risparmio. I nostri amministratori s’impegnano quasi sempre gratuitamente, anche se va detto che altrove non è così. Oggi l’ipotesi è che resti il Sindaco con cinque persone, instaurando l’obbligo di unificare le funzioni – Anagrafe, Polizia, segreteria, ecc. – con i Comuni circostanti».

I piccoli Comuni, dunque, restano e così pure, per ora, le Province, anche se tutti, a parole, vogliono cancellarle…
«Mi auguro non si tratti della solita questione all’italiana. Dovremo farne una straordinaria occasione, un’opportunità giocata all’albese, da trasformare in positivo. La Provincia odierna perderà la sua funzione di autonomia amministrativa per diventare “appendice” della Regione, attraverso undisegno costituzionale. In questo quadro saranno le Regioni stesse a ridisegnare i rapporti con i territori. E, a mio avviso, dovendo reinventare un meccanismo, ci potrà guadagnare anche l’albese-braidese, che ha reclamato, tempo addietro, maggior autonomia da Cuneo. Dovremo guardare oltre i confini, all’astigiano e all’acquese, che ci sono più omogenei. Alba non sarà una nuova Provincia, ma potrà meglio rapportarsi con Torino».

Lei vira con abilità sul positivo, mala crisi della politica è evidente, Assessore.
«Einaudi spiegava che la luce arriva dopo i momenti di crisi. È normale la confusione durante la redazione dellamanovra. Non accade solo in Italia. Il presidente Obama ha toccato il livello più basso di gradimento di tutti i suoi predecessori. Così accade in quasi tutti i Paesi europei».

Però, anche la Regione verrà investita dai tagli. Come farete?
«Il Piemonte può stare nei tagli. Ci si orienta a limare i bilanci delle Regioni a statuto speciale e a colpire l’evasione, anche con il carcere, nei casi gravi. Il braccio di ferro in corso sulla manovra è comprensibile. Siamo nella fase del confronto. Tutti cercano di far valere le proprie ragioni, come è accaduto con le contestazioni degli enti locali, che hanno fatto rilevare quanto gli sprechi tocchino i grandi Ministeri piuttosto che i Comuni».

Il centro-destra è in affanno. Non le pare?
«Qualsiasi altro Governo non avrebbe retto a una simile tempesta. Stiamo dimostrando una coesione forte».

Le sue previsioni?
«Sono un albese, vedo sempre il bicchiere mezzo pieno. Viviamo realtà profondamente differenti in Italia e in Piemonte, maconfido nella capacità del Paese di sapere andare oltre la crisi, rimboccandosi le maniche, e ringrazio le persone con i capelli bianchi che ci stanno permettendo di superare il momento attraverso i loro risparmi. Se la Germania, la locomotiva d’Europa, è uscita dal tunnel, ci possiamo uscire anche noi».

La Germania ha saputo fare scelte che il nostro Paese ha evitato.
«Noi dobbiamo in primo luogo pagare i debiti, cioè arrivare al pareggio di bilancio. Altrimenti l’Europa non garantirà i nostri titoli e si volatilizzeranno i risparmi della gente. Poi, entro ottobre, il Governo avvierà un’azione di rilancio dell’economia».

L’aumento dell’Iva potrebbe essere il motore di questo rilancio?
«Così hanno fatto Francia e Germania. Si potrebbe aumentare l’Iva al 20 per cento di un punto per defiscalizzare e aiutare le imprese, specie le piccole, rilanciandole».

Il parlamentare piemontese di centro-destra Guido Crosetto ha criticato la politica di Giulio Tremonti, indicando, tra l’altro, nelle liberalizzazioni una leva per uscire dall’impasse, ma non pare sia stato ascoltato.
«Sì, condivido. In questo Paese non riusciamo a fare la Tav, che pure ci porterebbe lavoro e sviluppo. E, vede, ad esempio, quanto accade in questi giorni con i piccoli tribunali! Chi è minimamente toccato da qualche provvedimento si solleva. Per questo si è parlato pure di un Governo di unità nazionale, in grado di prendere decisioni forti. Ma il problema è che troppi lo intendono solo come un modo per mandare a casa Berlusconi».

Che cosa pensa dei privilegi della casta un amministratore che guadagna 16 mila euro lordi al mese?
«In Regione ci siamo tagliati lo stipendio del 10 per cento, introducendo regole più severe per la verifica del nostro lavoro. Il problema è che siamo troppi. Bisogna dimezzare il numero dei parlamentari, e non solo. Inoltre, perché non valutare la produttività degli eletti in base al bilancio dell’ente che amministrano? Niente pareggio, niente stipendio. Non credo che gli italiani ne sarebbero scontenti».

Maria Grazia Olivero

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