Si cambi marcia o mi dissocio

Mano al petto, s’inizia con l’inno di Mameli.

E chissà se gli alleati della Lega nord – quelli che «aiutiamo a restare sulla retta via anche a Cuneo », parola dell’assessore provinciale Roberto Russo – gradiranno? Il colpo d’occhio non manca, quattrocento persone almeno, imprenditori, amministratori, simpatizzanti, che inneggiano all’Italia unita.

La prima festa provinciale del Popolo della libertà comincia così, a Cervere, sabato 24, i big piemontesi del centro-destra schierati sul palco o nelle prime file, ospite gradito e citato Teresio Delfino, il sottosegretario alla difesa Guido Crosetto – casa e azienda otto chilometri più in là, a Marene – a parlare di manovra economica che non piace. Sulle sedie ci sono le copie del Giornale, sul palco a far da spalla, il giornalista Oscar Giannino.

Le «cose giuste» da fare per il Paese le elenca il Sottosegretario, da qualche tempo alla ribalta per le sue stoccate contro il ministro dell’economia Giulio Tremonti. «Da luglio ho deciso di togliermi la giacca, dicendo ciò che penso», esordisce Crosetto. E giù applausi a scena aperta.

Prosegue Crosetto: «Lo Stato ha un enorme patrimonio immobiliare e consistenti partecipazioni. Per pagare il debito pubblico vendiamo i “gioielli di famiglia” e puntiamo alla crescita. Dobbiamo trovare il modo di consentire all’impresa di creare ricchezza.Il Paese può ripartire. Siamo l’ottavo mercato al mondo e abbiamo un handicap che può diventare vantaggio. Qualunque imprenditore è abituato a correre con un peso enorme sulle spalle. Se gliene togliamo un po’ correrà più veloce. Come? Non servono riforme, ma “sciabole” per eliminare i costi e il malfunzionamento del pubblico. Non c’è futuro per uno Stato che non sa premiare chi lavora e licenziare chi fa niente. Siamo su un treno sparato a 200 all’ora, solo i quattro milioni e mezzo d’imprese possono riuscire a tirare il freno a mano».

Crosetto i chili di meno sulle spalle li ha già – è dimagrito vistosamente, tanto da poter entrare nella Smart con autista che utilizza a Roma, parole sue, al posto della Maserati – e vorrebbe far piazza pulita della burocrazia. «Abbiamo pratiche arretrate di sei anni: se le sblocchiamo, gli investimenti triplicheranno », dice. Non manca la puntata sui colleghi che la alimentano.

«Sono furibondo con il ministro Stefania Prestigiacomo, che ha presentato un disegno di legge per inserire il verde pubblico nella realizzazione d’immobili privati. Volevo spararle. Ma siamo scemi?», tuona Crosetto. Applausi. La chiosa, non prima di aver difeso l’urgenza d’intervenire sulle pensioni, va giù pesante: «Non so se questo Governo avrà la forza e la volontà di fare le cose necessarie al Paese. Ma se non le farà, nessuno potrà obbligarmi ad andare avanti, mi dissocerò. C’è un limite di non ritorno nella mia critica».

Maria Grazia Olivero

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