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Abbraccio al Presidente

Ha camminato tra la gente, stretto mani, salutato i bambini delle scuole che sventolavano il tricolore, partecipi di un evento la cui eccezionalità si respirava nell’aria. La tappa del Presidente della Repubblica di sabato 8 ottobre a Dogliani, a conclusione della due giorni di visita nella Granda, è stata un concentrato di emozioni. Sorprende – ma non troppo, guadando alla personalità di Napolitano – scoprire nelle persone che hanno affollato piazza Umberto un affetto tanto sincero verso una personalità istituzionale in un momento di altrettanto forte disaffezione verso la politica.

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«Dobbiamo restituire alla dialettica politica la dignità e la nobiltà che le sono proprie », ha sottolineato Napolitano nel suo discorso doglianese, dopo essersi complimentato con il primo cittadino Nicola Chionetti. «Ho apprezzato le parole del giovane Sindaco relative a temi di attualità su cui sono intervenuto più volte in questi giorni: mi riconosco in come li ha tratteggiati e mi risparmio dal doverci ritornare», ha riconosciuto il Presidente.

«Le difficoltà presenti ci richiamano ai nostri doveri, ci mettono a confronto con il valore della libertà e con le nostre responsabilità di cittadini e di uomini pubblici. Esiste un onore della politica e nel fare politica che sta nel saper valutare razionalmente il possibile e al contempo nel saper soffrire per l’impossibile. È una consapevolezza che deve nutrirsi di umiltàma che è anche disegno, progetto, pensiero lungo; anche e soprattutto la politica deve essere animata dal dovere della speranza». Ecco che cosa aveva detto prima di lui Nicola Chionetti; ed ecco che queste parole, suggellate dalla frase di Napolitano e insieme all’immagine della loro stretta di mano, sembrano disegnare un’istantanea di un futuro possibile, uno scambio di consegne tra generazioni e spazi amministrativi uniti da un modo di intendere la politica a cui ormai siamo disabituati.

Non poteva mancare nel discorso presidenziale il riferimento a Luigi Einaudi, illustre statista a cui Giorgio Napolitano è particolarmente legato: nella patria del primo presidente, carruccese di nascitamadoglianese di adozione, Napolitano ha fatto privatamente visita alla sua tomba e poi a villa San Giacomo, accolto dagli eredi della famiglia Einaudi. Nell’intervento nella sala consiliare ne ha richiamato l’impegno a tutto campo, politico, sociale ed economico, sottolineandone il valore pedagogico.«Einaudi va ripubblicato e riletto per riflettere con spirito nuovo anche sugli aspetti misconosciuti del suo pensiero.

In particolare, va ricordato il suo apporto al dibattito costituente nella formazione della nostra Carta costituzionale: ebbe suggestioni essenziali nel suo moderno approccio riformista e certamente europeista». «Una figura viva per rettitudine e moralità, da far rileggere alle nuove generazioni per la sua coerenza », così lo ha ulteriormente descritto Angelo Maria Petroni, scelto per la prolusione al discorso presidenziale.

Prima dell’arrivo a Dogliani, in mattinata, il Presidente era stato accolto nella sala Giolitti della Provincia di Cuneo dalla presidente Gianna Gancia (la quale, pare abbia bloccato ogni velleità dei “padani” nostrani di contestare Napolitano): in quell’occasione gli sono stati donati i cinque volumi dell’opera: Giolitti al Governo, in Parlamento, un carteggio inedito curato dallo storico cuneese Aldo Mola, direttore del centro europeo Giovanni Giolitti di Dronero, e da Aldo Ricci, sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato.

giorgio-napolitano-e-maurizio-morelliNapolitano ha anche ricevuto dal sindaco di Alba Maurizio Marello il “tartufo bianco d’onore per i 150 anni dell’Unità”( nella foto): «Un riconoscimento », ha rimarcato Marello durante l’inaugurazione pomeridiana della Fiera internazionale del tartufo di Alba, «per il grande impegno nella difesa delle istituzioni».

Miranda Ciravegna

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