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L’energia verde di Ferrero

Buca la cortina di riservatezza e inizia a raccontarsi: la Ferrero esce dall’ombra per quanto riguarda le politiche energetiche. Al convegno promosso da Greenaccord il 21 ottobre ad Alba, Pietro Rosina(foto), amministratore delegato di Energhé, azienda del gruppo Ferrero, che si occupa della gestione energetica, ha spiegato: «Per gestire un’impresa ci vuole energia. Bisogna considerare le fasi di raccolta della materia prima, di trasformazione e distribuzione del prodotto. Quando abbiamo applicato il modello di cogenerazione, coniugando la potenzialità dell’energia termica a quella dell’energia elettrica – è il caso della centrale Albapower –, oltre a incrementare l’efficienza del 20-40 per cento abbiamo ridotto l’impatto ambientale e i costi di produzione».

Pietro_Rosina

L’Ad non omette di ricordare la difficoltà incontrata dall’azienda nell’ottenere i permessi per migliorare le proprie politiche energetiche in Italia. «In Germania è stato più facile», ammette. Il discorso sugli imballaggi, necessari a proteggere il prodotto ma dall’enorme impatto ecologico, è il tratto più saliente dell’intervento. Rosina illustra la strategia “delle 5 R”, cavallo di battaglia aziendale: la prima è quella di Rimozione (ossia l’eliminazione del materiale inutile e in esubero), la seconda sta per Riduzione (scelta di un materialemenoimpattante rispetto a un altro). Poi la Riciclabilità, il Riutilizzo (ad esempio, la possibilità di conservare il contenitore della Nutella e di utilizzarlo come bicchiere da tavola), e la Rinnovabilità (un complesso sistema di trattamento e utilizzo dimateriale riciclato). Infine, gioia degli ecologisti “tradizionali”, l’ambizione del Gruppo verso il progressivo utilizzo di carta proveniente da foreste certificate, ossia foreste in cui, per ogni albero tagliato, ne viene piantato un altro.

Il processo del colosso alimentare ambisce vette elevate. «Entro il 2020, dice Rosina, le emissioni di Co2 verranno ridotte. A tutto ciò, si aggiunga l’onnipresente “filantropia”: ad Alba come in India, Camerun e altri luoghi di nuovo insediamento degli stabilimenti, Ferrero si batte per accrescere e garantire la qualità di vita delle popolazioni. Anche nelle piantagioni africane di raccolta del cacao la multinazionale è attenta a prevenire qualsiasi forma di lavoro minorile o di sfruttamento».

Si tratta di un eccezionale e disinteressato prodigio? Ciò che potrebbe apparire come un modello d’integrità, rappresenta anche una precisa strategia commerciale. «Migliorare l’immagine dell’azienda sulla piattaforma internazionale », conclude lo stesso Rosina, «rappresenta una mossa correlata a maggiore vendibilità del prodotto».

Matteo Viberti

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