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L’ospedale morirà di consunzione?

ospedale-Santo-SpiritoL’ospedale Santo Spirito è paragonabile a un malato, che si aggrava con il passare del tempo. I sintomi? La mancata apertura dell’hospice (reparto per malati terminali o gravi patologie croniche), per il quale sono già state affrontate rilevanti spese per la ristrutturazione dei locali ed è stato formato il personale specializzato, di cui si sono perse le tracce. Poi il blocco dei ricoveri in pediatria, per la mancanza di medici, la riduzione delle presenze per consulenze specialistiche, ad esempio in neurologia e la gravissima situazione in lungodegenza, per la mancanza di personale infermieristico. Ma non sta meglio neppure il punto nascite che rischia la chiusura, con il ventilato accorpamento fra chirurgia e ginecologia. E si verificano anche forti disagi all’utenza per l’allungamento dei tempi di attesa per le visite della medicina sportiva.

Cesare Ferro, medico ortopedico del Santo Spirito, esponente della locale sezione del Partito democratico e consigliere comunale, lancia questo grido d’allarme: «La Giunta regionale guidata da Cota continua a lanciare messaggi rassicuranti sulla sanità, sostenendo che ci sono “Più servizi di qualità e riduzione delle spese”. Purtroppo la realtà è ben diversa: in tutto il Piemonte, il blocco delle assunzioni e del turn over del personale sanitario riducono le prestazioni erogate e la capacità operativa dei reparti ospedalieri e degli ambulatori sul territorio. In tal modo le liste di attesa si stanno allungando a dismisura, con il risultato che chi può si rivolge alla sanità privata a pagamento, mentre chi non può aspetta sempre più a lungo, con rischi per la propria salute».

Aggiunge Ferro: «Guardando al livello dell’Asl Cn2, da sempre con equilibri di bilancio fra i migliori a livello regionale, manifestiamo la nostra totale contrarietà all’accorpamento con l’altra Asl della provincia di Cuneo: si creerebbe un ente di dimensioni territoriali smisurate, che perderebbe i reali collegamenti con il territorio. Inoltre questo aspetto è aggravato dall’intenzione di condurre tutti gli ospedali della provincia sotto un’unica gestione, che farebbe sì che anche l’ospedale di Verduno non sarebbe più “il nostro ospedale”, ma solamente una fra le tante strutture provinciali».

Il grido d’allarme del Pd è anche raccolto dal Pdl braidese, che con il suo esponente Federico Dellarossa, conclude: «Ci siamo sempre battuti per la difesa del nostro ospedale e continueremo a farlo. E anche su Verduno siamo convinti che debba rimanere un ospedale del territorio, perché è solamente grazie alla disponibilità di enti e persone di questa zona, che si è potuto realizzare».

Valter Manzone

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