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Un saluto ma non un addio

Cari amici lettori, a partire dal 1° ottobre ho ricevuto l’incarico dai miei superiori di affiancare don Antonio Sciortino nella guida di Famiglia Cristiana, in qualità di condirettore. Nei prossimi giorni, quindi, mi dovrò trasferire a Milano, sede della redazione del settimanale paolino più diffuso in Italia. È un compito molto impegnativo, che mi assorbirà a tempo pieno. Tuttavia questo non è il momento del mio addio ad Alba.

Mantengo infatti anche la direzione di Gazzetta d’Alba. Tornerò quindi in città e nel territorio di Langhe e Roero almeno settimanalmente per la riunione di redazione.

Sarò inoltre affiancato in questo da Maria Grazia Olivero, che dal 1° ottobre è stata nominata condirettore di Gazzetta. È una scelta che mi dà grande sicurezza, perché posso contare su una persona non solo di grande professionalità, ma fortemente legata al giornale e che svolge il suo lavoro con vera passione.

In questi anni abbiamo costruito assieme un prodotto editoriale che non si è voluto limitare all’informazione, ma ha cercato di aiutare i lettori a capire meglio la realtà in cui viviamo, a riflettere, tramite approfondimenti, inchieste, articoli di servizio.

Ringrazio quindi di cuore Maria Grazia Olivero per questi anni di collaborazione reciproca. E con lei tutti i componenti della redazione. Sono certo che come finora hanno dato il meglio di sé per costruire insieme un giornale obiettivo e accattivante, così faranno anche in futuro. È difficile esprimere in poche righe il mio apprezzamento, ma è davvero grande.

Ringrazio anche tutte le altre persone che contribuiscono a far arrivare ogni settimana Gazzetta nelle case degli albesi, dalla segreteria alla fotocomposizione, all’ufficio pubblicità. Un grazie anche a tutti i collaboratori, i nostri “sensori” sul territorio. In questi anni ho imparato molto dalla gente di Langa e Roero e quindi voglio ringraziare tutti. Non vado a Milano a mani vuote. Qui ho conosciuto meglio che cosa vuol dire laboriosità, impegno, serietà, dinamismo, creatività, partecipazione, accoglienza. Nell’albese ho visto il modello di un’Italia viva e autentica, capace di uscire dalla crisi.

Antonio Rizzolo

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