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«Integrazione da perseguire nella scuola e sul lavoro»

Lavorano nelle campagne, nei cantieri, nelle botteghe artigiane, in fabbrica. Le donne sono impegnate in particolare nelle case, prestando assistenza a bambini e anziani, ma anche nei bar e nei ristoranti, in ospedale e nelle case di riposo. I primi arrivi si registravano circa vent’anni fa e oggi gli stranieri residenti ad Alba – i dati risalgono al 31 dicembre 2010 – sono 3.556 e rappresentano l’11,3 per cento della popolazione.

I più presenti sono i romeni (1.334), i marocchini (507) e gli albanesi (344). Seguono macedoni, tunisini, bosniaci, cinesi, senegalesi e moldavi. Spiega l’assessore ai servizi sociali Mariangela Roggero Domini: «I nostri immigrati sono bene integrati sul lavoro, a scuola, nella società, con numeri importanti nella seconda generazione (i minorenni sono 759). Grazie ai progetti e ai servizi organizzati in città, cofinanziati da Provincia e Comune, siamo riusciti a promuovere politiche di accoglienza e inserimento che funzionano. Speriamo, nonostante i numerosi tagli, di riuscire a mantenere in piedi i progetti».

Tra questi, nell’ambito della mediazione linguistico-culturale e dell’educazione interculturale, vengono seguiti ad Alba dall’Ufficio stranieri del Comune, In viaggio verso il diritto alla cittadinanza, che fa parte del Piano provinciale dell’immigrazione, con attività nelle scuole, al Centro per l’impiego, presso il Consorzio socio-assistenziale e i servizi sanitari. In particolare, per l’anno 2011-2012, verranno proposte le attività di sportello per lo svolgimento di pratiche, ma anche per informazioni e consulenze. Nelle scuole invece, sono quasi 1.000 le ore di attività di mediazione, suddivise negli istituti primari e secondari, alle superiori e nelle scuole professionali. Spiega ancora Domini: «Abbiamo un progetto da oltre 60 mila euro che coprirà le attività fino a giugno, ma che non sappiamo se sarà finanziato pure per il prossimo anno. Se così non fosse, cercheremo comunque di fare il possibile per garantire il servizio».

E poi, grazie al Fondo europeo per l’integrazione di cittadini dei Paesi terzi, c’è il progetto Noi, che ha coinvolto cinque città, 25 percorsi di educazione interculturale, 520minori stranieri (di cui 30 ad Alba), con un campus in Marocco svolto a giugno. «L’iniziativa ha avuto grande seguito», dice Emilio De Vitto, responsabile del Servizio stranieri di Alba: tra le proposte, anche un laboratorio rap per raccontare e rielaborare il proprio percorso migratorio, riflettendo sulla lingua madre, esprimendo emozioni profonde».

Cristina Borgogno

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