Cento persone per stare sicuri

Su Alba la pioggia cade ininterrottamente da due giorni. Cumuli di nebbia sembrano fondersi con i crinali delle colline. In centro città, c’è un silenzio surreale, rotto solo dai turisti che non badano al maltempo. Gli albesi, invece, anche se non lo danno a vedere, sono preoccupati. La pioggia battente è sempre una minaccia da queste parti, soprattutto d’autunno. Il Tanaro sta crescendo e le previsioni non lasciano tranquilli. Nel fiume di timori e preoccupazioni c’è una certezza: la sala operativa di Protezione civile. Quando arriviamo, al pianoterra della palazzina di via Manzoni, c’è fermento. È in corso la riunione dell’Unità di crisi, l’organismo operativo che durante le emergenze, sotto la guida della responsabile dell’Ufficio di Protezione civile Laura Campigotto, organizza i monitoraggi, le azioni di prevenzione, le evacuazioni, le chiusure e gli eventuali interventi di soccorso. Attorno al grande tavolo, tra mappe e planimetrie, si riuniscono, più volte al giorno, il sindaco Maurizio Marello, cui spettano le decisioni finali, gli assessori e i dirigenti comunali, i rappresentanti del Consorzio socio-assistenziale e dell’Asl Cn2 per la parte sanitaria e veterinaria, le Forze dell’ordine e, in determinate occasioni, i funzionari dell’Aipo (Autorità per il bacino del Po).

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Ma come funziona la macchina della Protezione civile albese? Ogni giorno, Arpa Piemonte emette un bollettino meteorologico. Quando le previsioni individuano una perturbazione che nel giro di qualche giorno potrebbe causare rischi idrogeologici, a Torino entra in funzione il Centro regionale che, a sua volta, rilascia quotidianamente, alle 13, un altro bollettino, nel quale, oltre alle indicazioni di carattere meteorologico, sono presenti informazioni sulle conseguenze che il maltempo potrebbe provocare. In base alla gravità della perturbazione in arrivo, vengono attribuiti alle varie località interessate codici di allerta, che vanno dall’1 al 3, corrispondenti a uno stato di criticità ordinaria, moderata ed elevata. A seconda del codice ricevuto e delle segnalazioni di Prefettura e Provincia, l’Unità di crisi e il Comitato comunale stabiliscono, nel rispetto del Piano comunale di Protezione civile, le procedure da adottare. Il grado di criticità determina anche l’orario di apertura della sala operativa di via Manzoni che, in caso di codice 3, resta in funzione 24 ore su 24.

I bollettini del Centro funzionale non sono gli unici strumenti a disposizione dell’Unità di crisi. Un locale della sala operativa è infatti dedicata alle radio, che permettono al Corpo comunale di rimanere in contatto con gli altri gruppi di Protezione civile e coordinare gli interventi sul territorio. Nella sala, giocano un ruolo fondamentale le tecnologie: cellulari sempre accesi, telefoni fissi e computer collegati a Internet, grazie ai quali è possibile monitorare costantemente l’evoluzione delle condizioni meteo e, soprattutto, il livello idrometrico del Tanaro.

L’Unità di crisi è costituita da diverse funzioni, ognuna delle quali ha il compito di curare una determinata macroarea della società. Una delle funzioni è il volontariato che, di fatto, è il braccio dell’Unità di crisi. Gli interventi sul territorio e il loro coordinamento sono affidati alla Protezione civile comunale e alle associazioni convenzionate, tra cui Proteggere insieme, Misericordia, Ari (Associazione italiana radioamatori). Insomma, con questa squadra da quasi 100 unità, gli albesi possono dormire sonni tranquilli.

e.f.

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