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Enzo, un’albese sulla Mole per l’arte di “Paratissima”

La Mole AntonellianaNicchie d’artista. Si sorride amaramente nel valutare lo stato di salute del mondo artistico, che vive anche di investimenti e finanze, altrimenti il processo generativo – la realizzazione, la sponsorizzazione e la continuità dell’opera – si inceppa. In tempo di recessione, dove istintivamente non ci si rifugia nella pittura, nella scultura o nella scrittura, ma ci si dedica con solerzia alle vicissitudini del portafogli, il mestiere del “creativo” diventa marginale e prorogabile. Mancano soldi, manca la visibilità. Non emergono nuovi talenti, il mercato s’irrigidisce e la circolazione delle opere si ingolfa.

È una considerazione facile. Ma non tiene conto di un fattore: nei sistemi ostili rimangono delle nicchie resistenti. Sembra il ruolo di Paratissima, la rassegna artistica torinese che dal 2 al 6 novembre occuperà il quartiere San Salvario.

Paratissima è un luogo di aggregazione – nato per contrasto alla più elitaria Artissima, fiera internazionale d’arte contemporanea che si terrà nello stesso periodo nei locali del Lingotto, a un costo d’ingresso di 15 euro – con lo scopo di consentire agli artisti giovani e a quelli sconosciuti, ma anche a quelli celebri, di esporre.

Per le strade, per i negozi, per i parchi spunteranno allestimenti, performance, fotografie, sculture, concerti e intrattenimenti di ogni sorta. Accesso al pubblico, rigorosamente gratuito. Su tutte le opere, troneggerà il lavoro dell’architetto albese Enzo Mastrangelo. Che, accantonando a forza i tentennamenti da scalatore inesperto, mercoledì 2 novembre si arrampicherà sulla Mole Antonelliana. Obiettivo: tracciare un ritratto al monumento più celebre di tutto il Piemonte.

L’ambiziosa performance sarà sponsorizzata dal gruppo Miroglio. L’accostamento tra l’arte contemporanea dell’architetto e l’impresa tessile albese poggia le fondamenta, come comunica la stessa azienda, «sui parametri dell’innovazione, dell’originalità e della creatività, caratteristiche che accomunano tanto la moda (quindi la nostra attività) quanto la realizzazione artistica. Si tratta del primo di una serie di simili progetti che il gruppo avvierà a partire da novembre». Il patrocinio dell’imprenditoria – una sorta di mecenatismo moderno? – diventerebbe una delle chiavi per facilitare la fatica dell’artista.

Nel caso di Mastrangelo, conclude l’azienda, «si tratta di una performance di grande importanza non solo perché allestita da un autore albese,maper la forte rappresentatività della Mole, in qualche modo icona del territorio e dunque dell’identità collettiva». Una collaborazione importante, soprattutto in un clima di recessione. Il tessuto imprenditoriale – non solo per sensibilità personale maanche perseguendo benefici ritorni d’immagine – potrebbe soccorrere l’arte nel congelamento di investimenti deciso dalla politica?

Enzo MastrangeloEnzo Mastrangelo al lavoro per una delle opere.

Matteo Viberti

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