Il Tanaro torna di nuovo a fare paura

Ogni novembre il ricordo finisce al 1994, quando la pioggia devastò la regione. Ad Alba, i segni fatti di dolore e solidarietà sono stati ancora più evidenti nei giorni scorsi, quando il maltempo è tornato a mettere paura. Su albese, Langhe e Roero, come sul Piemonte, si è abbattuta una violenta perturbazione di origine atlantica che, per poco, non si è trasformata in alluvione. La fase di pre-allerta è scattata giovedì 3 novembre, con la segnalazione lanciata dalla Protezione civile regionale che invitava a prepararsi in vista della perturbazione che avrebbe causato condizioni di criticità per rischio idrogeologico.

Venerdì 4 novembre, le prime avvisaglie dalla Liguria, con l’alluvione, simile a uno tsunami, che ha sparso morte e distruzione a Genova. Poi, l’ondata di maltempo ha virato sul Piemonte: a essere colpite per prime sono state le aree settentrionali e, in particolare, quelle del Verbano-Cusio-Ossola. I violenti scrosci di pioggia si sono poi abbattuti sull’alto Tanaro e sull’alessandrino. Ad Alessandria è stato sommerso d’acqua un centro commerciale e si sono verificate diverse esondazioni nelle aree circostanti, allagamenti e invasioni di carreggiata. Diversi gli interventi di Polizia e Vigili del fuoco. È anche stata interrotta la linea ferroviaria Cuneo-Savona. Con l’intensificazione delle piogge, si sono ingrossati anche lo Scrivia e il Bormida, che ha lasciato segni soprattutto nella parte ligure della Valle, colpita anche da pesanti movimenti franosi. Nel versante piemontese, la piena del Bormida, pur raggiungendo livelli di criticità, si è mantenuta nei limiti ordinari. Nell’area compresa tra Saliceto e Bistagno, le poche esondazioni registrate si sono concentrate nelle zone golenali e nelle aree agricoli marginali.

A Cortemilia in località Riviera, per precauzione, è stata evacuata una famiglia, a Carrù, in frazione Reculata, dieci persone, a Monesiglio quattro, a Santa Vittoria una persona ha lasciato l’abitazione. Ad Alba, la tensione è salita sabato 5 novembre, con l’attribuzione del codice 3 di criticità elevata. Il sindaco Maurizio Marello ha decretato l’evacuazione dei nomadi del campo Pinot Gallizio, trasferiti temporaneamente in piazza Prunotto, e delle abitazioni di località Vaccheria-Mogliasso, predisponendo anche la chiusura cautelare del sottopasso di via Cillario. L’emergenza non ha comunque impedito all’Amministrazione di gettare nel Tanaro la corona preparata per commemorare il diciassettesimo anniversario dell’alluvione del 1994.

ricordo_alluvione_novembre_1994

Domenica 6 novembre, per tutta la giornata, si sono eseguiti monitoraggi dell’albese e del Tanaro, che intorno alle 18 ha raggiunto il colmo di piena, superando i 3 metri e 30 centimetri, 80 centimetri in più rispetto alla soglia di piena ordinaria e circa 80 centimetri in meno rispetto al livello straordinario, superato il quale si andrebbe incontro al rischio di esondazioni pericolose e alluvioni. Intorno alle 18.30, la piena ha iniziato a scendere lentamente.

Sulle colline albesi, così come in Langa e Roero, al momento in cui va in stampa questo numero di Gazzetta, non si sono verificati gravi smottamenti – con l’eccezione dell’interruzione temporanea di alcuni tratti di strada, di allagamenti contenuti e della chiusura dei ponti di Govone e Castagnito. Per i prossimi giorni, le previsioni parlano di condizioni avverse, ma il peggio sembra passato. È il Po a creare timori.

Enrico Fonte

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