Buon Natale, avanti piano

Gli italiani stanno vivendo quello che viene definito da più parti un Natale “prudente”. Le spese legate alle festività che si stanno avvicinando – regali, pranzi e cene, viaggi e decorazioni natalizie – stanno mantenendo un andamento poco al di sotto della media degli ultimi anni. L’Ufficio studi di Confcommercio parla quindi di unNatale «non disastroso, piuttosto dimesso, ma non peggiore di quello dello scorso anno ».

Nonostante il malcontento generale e la poca fiducia che regna in vasti settori del Paese a causa di crisi, manovra finanziaria e previsioni per nulla rassicuranti, non si assiste ad alcun “crollo” particolare dei consumi. Forse si registra qualche attenzione in più e un atteggiamento che guarda alla sobrietà, in attesa del 2012 che, secondo dati e statistiche, porterà ufficialmente l’Italia in recessione.

Quest’anno, stando alla media, sarà di 1.555 euro a nucleo familiare la spesa aggiuntiva dedicata alle festività, di poco in calo rispetto ai 1.561 euro del 2010. Per gli esperti, rispetto allo scorso anno, solo il 2,4 per cento in più rinuncerà ai regali. Nella scelta dei prodotti da donare, si sta verificando un inedito calo per la tecnologia, mentre tiene l’alimentare. Risultano penalizzati libri ed editoria (-5,5 per cento) e abbigliamento (-0,1 per cento, forse in attesa dei saldi di gennaio).

Vanno bene, invece, i giocattoli (+1,3 per cento, a conferma che il Natale è una festa per i bambini), mentre profumi e cosmetici segnano la voce in maggiore crescita (+2,5 per cento) nel settore dei regali tradizionali, che in tutto copre l’87,9 per cento dei doni natalizi. Raddoppia peraltro la quota di consumatori che acquisterà il regalo on line (oltre il 13 per cento) e si attesta al 12,1 la percentuale di chi sceglierà beni e servizi per la comunicazione e l’intrattenimento.

Cala ancora una volta, nel 2011, la parte di tredicesima che sarà risparmiata, non tanto per la volontà di spendere di più, quanto per l’incidenza di alcuni provvedimenti governativi, come l’aumento dell’Iva al 21 per cento e dei tagli, come segnalano Federconsumatori e Adusbef. Secondo Confcommercio, la percentuale messa al sicuro per il futuro si assottiglia di anno in anno: se nel 2008 corrispondeva all’11,3 per cento, nel 2011 a finire nei risparmi sarà solo l’8,5 della mensilità aggiuntiva, in calo dello 0,4 per cento rispetto al 2010.

Cristina Borgogno

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