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Non saremo più Comunità

La notizia di scioglimento della Comunità collinare del Roero era da tempo nell’aria ma è stata ufficializzata durante l’ultima assemblea e avrà decorrenza dal 1° gennaio.

La decisione è stata assunta all’unanimità dei presenti, dopo aver constatato che da due anni la Regione non eroga finanziamenti alla Comunità collinare. Gli unici contributi su cui ha potuto contare sono 55.000 euro di quote associative versate dai Comuni, 5.000 euro per i proventi dei patentini legati alla raccolta dei funghi e un uguale contributo della banca che mantiene il servizio di tesoreria.

Per gestire l’amministrazione ordinaria sono necessari circa 30.000 euro. L’ente dispone ancora di due residui: 216.000 euro per la manutenzione di rii, cifra che al netto delle spese arriva a 175.000 euro, e 278.000 euro di rimanenza dei “fondi Crosetto”, per l’asfaltatura delle strade. I sindaci hanno nominatocome liquidatore dellaComunità collinare il suo, ormai ex, presidente, Silvio Beoletto. «Sono troppe le spese per continuare a esistere come Comunità collinare, quindi propongo di ritornare all’associazione dei sindaci, che c’era prima dell’attivazione della Comunità », ha suggerito il presidente e sindaco di Canale Silvio Beoletto.

E a tal proposito, probabilmente, il 21 dicembre, dovrebbe essere fissato un incontro per definire le modalità del passaggio. Anche per il sindaco di Ceresole, Bruno Lovera, non è da escludere che con l’associazione ci sia il giusto spirito di squadra perché non è venuto meno il bisogno di coesione del territorio.

Luigi Carosso, vicepresidente della Comunità e sindaco di Magliano, sostiene che «le ragioni e il contesto che diedero vita alla Comunità collinare del Roero siano mutati profondamente. Resta la necessità di coesione, ma non le previsioni di fondi e contributi. Un ente che viene mantenuto per metà con i nostri contributicomunali è uno spreco, di questi tempi, quindi propongo di liquidarlo e di passare a una forma più snella».

E c’è stato anche chi non ha nascosto il rammarico. «Dispiace sempre dover chiudere una realtà che è iniziata insieme. In dieci anni la legge è andata nella direzione delle Unioni e delle convenzioni, bisogna adeguarsi», commenta Marco Perosino, sindaco di Priocca.

Felice Pietro Isnardi, primo cittadino di Castagnito, ricorda come, a suo tempo, «l’associazione dei sindaci avesse ottenuto risultati non da poco, come quelli relativi all’Asti-Cuneo, per cui si era riusciti a costituire il primo Comitato di monitoraggio».

Se da un lato Renato Maiolo, sindaco di Santo Stefano Roero, suggerisce all’assemblea di pensarci un momento e prendere tempo, così come Simone Torasso, primo cittadino di Sommariva Perno sottolinea la necessità di considerare ancora la questione, dall’altro Carla Bonino, di Vezza, è stata lapidaria: «I soldi non devono essere l’unica ragione per cui stiamo assieme. Avremmo però dovuto trovarci di più ed essere più presenti: forse, allora, le cose sarebbero state diverse».

Elena Chiavero

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