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Cinque famiglie senza tetto

Il tessuto abitativo albese comincia a mostrare le prime smagliature. Storicamente “protetto” per via delle case di proprietà – acquistate soprattutto dalle “vecchie generazioni” – il contesto urbano appare oggi travagliato da un’emergenza abitativa progressiva. Impossibile quantificarne l’entità: ma gli sfratti, la minore disponibilità economica delle famiglie e la precarietà costringono sempre più individui a rivolgersi all’Amministrazione comunale per chiedere aiuto.

Come spiega il presidente del Consorzio socio-assistenziale, Roberto Giachino, «esiste una “zona di grigio” non ancora indagata. L’emergenza è innegabile: sempre più persone vengono sfrattate per insolvenza o non hanno liquidità sufficiente per pagare canoni “normali” di affitto». Grazie ai fondi della fondazione Crc (circa 72 mila euro da distribuire con unbando, di cui Gazzetta ha riferito nelle scorse settimane) il Consorzio riuscirà a fronteggiare in parte la situazione. Potrebbero arrivare altri centomila euro dal Comune, ma la Giunta di Maurizio Marello deve ancora pronunciarsi. Piovono però le prime proteste (vedi box): dal bando sarebbero stati esclusi gli inquilini che affittano da parenti e chi vive da solo. «Per definire i termini del bando», spiega ancora Giachino, «abbiamo dovuto fare scelte. Era necessario privilegiare le famiglie con figli: sono i nuclei che annaspano in acque più pericolose».

Il 2012 sarà un anno difficile. Ad alimentare la confusione concorrono i proprietari che affittano le abitazioni in nero. Giachino: «Questi soggetti, oltre a evadere le tasse, contribuiscono ad alimentare il “sommerso” e a impedire adeguate strategie di intervento da parte delle istituzioni. Ma non credo che l’emergenza abitativa sia causata direttamente da loro. Il vero problema è la forte carenza di disponibilità economica. Solo il prossimo mese verranno sfrattate cinque famiglie straniere a causa dimorosità. Stiamo studiando soluzioni di soccorso».

È allo studio un ulteriore bando – finanziato anch’esso dalla fondazione Crc – in collaborazione con le associazioni di volontariato: l’obiettivo è reperire abitazioni necessarie ad accogliere i “naufraghi”. Nel frattempo il Consorzio segue la situazione di altre due famiglie straniere sfrattate nei mesi scorsi, oggi ospitate in albergo. Sono le fasce deboli a pagare il maggior prezzo della precarietà: gli stranieri, con minore disponibilità di contatti e inseriti in un contesto sovente discriminatorio e pregiudiziale, sono le prime vittime di una catena destinata ad allungarsi, a meno che le istituzioni non rivedano le priorità dell’agenda di intervento. Sono centinaia gli sfratti già avvenuti.

Matteo Viberti

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