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Ciolos: difendere la piccola agricoltura

Finalmente, abbiamo incontrato un politico giovane, Dacian Ciolos (nella foto), 43 anni non ancora compiuti, commissario europeo all’agricoltura dal 2010. Ha preso parte venerdì scorso all’inaugurazione dell’anno accademico all’Università di scienze gastronomiche di Pollenzo. Nato in Transilvania, si è laureato in agraria nel 1994 all’Università di Cluj-Napoca in Romania.

Lo abbiamo incontrato al centro polifunzionale “Arpino”, dove c’erano molti studenti, autorità, operatori economici e giornalisti. Durante l’inaugurazione dell’anno accademico nella susseguente conferenza stampa abbiamo approfondito con il commissario Ciolos i temi legati alla prossima Politica agricola comunitaria (Pac) dopo il 2014, perché si segnalano novità destinate a cambiare in meglio il ruolo dell’agricoltura nel contesto della società globale.

A Bra, Ciolos ha dato prova di avere le idee chiare e voler innescare una drastica inversione di tendenza alla politica comunitaria in materia di agricoltura. «Alimentazione è tante cose insieme: è un atto biologico, ma anche un atto ambientale, economico, culturale e sociale. Nella sostanza siamo ciò che mangiamo. E ciò che troviamo sugli scaffali delle aziende, dei negozi e dei supermercati è frutto dell’interazione tra le scelte degli agricoltori e le nostre personali, che possono quindi influenzare in modo rilevante la produzione agricola e alimentare ».

Fondamentale è stato poi il riferimento alla terra e alla necessità di difenderne la sostenibilità produttiva. La terra non già vista come esclusivo bene economico, ma come patrimonio pubblico, che va conservato, rispettato e reso disponibile in modo efficiente alle generazioni successive. «Chi è proprietario di un terreno – ha sottolineato Ciolos – non ne possiede la fertilità. Per questo, non sono tollerabili gli atteggiamenti da predatori o da moltiplicatori dei profitti di un’agricoltura che tende a sfruttare più che a creare prodotti per la felicità delle persone».

Alla domanda «Come sarà la Pac dei prossimi anni?», la risposta è stata chiara: «L’idea è quella di incoraggiare gli agricoltori nella produzione alimentare non solo per l’aspetto economico, ma senza dimenticare le dimensioni naturale e ambientale della terra. La sostenibilità della produzione agricola dovrà portare alla rigenerazione della terra, come bene comune anche per le generazioni che verranno».

Se negli ultimi decenni si sono affermate due logiche interconnesse come la ricerca della grande dimensione e il confronto sistematico con il mercato globale, l’annuncio del Commissario europeo sembra dare un po’ più di speranza a chi vuole operare nel locale, nel piccolo e nella prossimità: «Dobbiamo salvaguardare la “piccola agricoltura”, perché nel passato si è lavorato troppo a favore delle grandi dimensioni: il locale, il mercato di prossimità, la filiera corta dovranno avere i privilegi che nel passato sono stati di altre soluzioni, in una giusta interazione tra Unione europea e gli Stati membri. L’Unione europea dovrà rappresentare l’unità nella diversità».

In merito alla piccola agricoltura e alla filiera corta abbiamo cercato di saperne di più. Alla nostra domanda, il Commissario ha risposto che nella nuova Pac la piccola azienda sarà trattata in modo specifico, con interventi che mettano a disposizione quantità calibrate di risorse, ma con un basso livello di burocrazia, per privilegiare il merito al formalismo. Sempre in quest’ottica ha parlato di interventi per il sostegno delle indicazioni di origine e interventi mirati ad aiutare i mercati di prodotti locali in zone urbane.

Prima di concludere, Ciolos ha anche annunciato lo studio di un logo che dovrebbe, a livello comunitario, caratterizzare i piccoli prodotti agricoli, dove il sapere e la manualità camminano di pari passo. Un logo che potrà caratterizzare proprio i prodotti che fruiscono di una filiera molto ridotta.

A chi ricordava le titubanze di molti produttori italiani, francesi e spagnoli di fronte all’eventualità che nel 2015 gli impianti viticoli siano liberi, Ciolos ha ricordato, non senza stupore, come in Europa prevalga il principio della democrazia: «Questa decisione è stata presa con maggioranza qualificata ancora prima che io diventassi commissario. Capisco che ci possano essere dei ripensamenti, ma devono essere gli Stati membri tramite il Consiglio e il Parlamento a modificare quella decisione. Per dare un contributo in tale senso, ho convocato un gruppo di lavoro ad alto livello che si sta confrontando ed entro fine 2012, mi dirà se c’è davvero la necessità di rivedere quelle decisioni».

Staremo a vedere quello che capiterà, perché certamente i teorici e i detentori dell’agricoltura di massa non staranno a guardare. Ci piace pensare che una volta tanto anche il piccolo possa avere la sua parte.

Giancarlo Montaldo

Foto Marcato

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