Postini contro la scatola nera

I portalettere della Granda hanno dichiarato guerra alla “scatola nera”. Negli incontri svoltisi nei giorni scorsi a Cuneo e Alba, le rsu delle due Filiali di Poste italiane si sono opposte all’utilizzo dello strumento elettronico che, come quelli degli aerei o delle navi, ha il compito di registrare i movimenti dei mezzi usati per il recapito della posta. Secondo i sindacati è «chiarissimo il potenziale utilizzo del cosiddetto “black box” per il controllo a distanza dei dipendenti, vietato dallo Statuto dei lavoratori ». Inoltre, sollevano anche dubbi di tipo sanitario, ipotizzando (o quantomeno non escludendo) che l’apparecchiatura elettronica possa essere nociva per la salute.

I sindacati albesi sostengono anche che, nonostante il loro parere negativo espresso negli incontri di Cuneo e Alba, la “scatola nera” sia stata inserita ugualmente sui mezzi, all’insaputa degli addetti e hanno informato della questione l’Ufficio legale della Camera del lavoro affinché valuti se il comportamento aziendale sia stato corretto.

A riaccendere la polemica è stata alcuni giorni fa la verifica effettuata da un sindacalista albese, che ha scoperto la presenza della scatola nera su alcuni mezzi in dotazione ai Centri di distribuzione (Cpd) di Alba, Bra e Ceva. Le rappresentanze sindacali hanno rilevato che l’apparecchio è stato immesso all’insaputa dei portalettere », scrive in una nota Antonio Lombardo, della Filiale albese di Poste italiane. «Si sottolinea la scorrettezza del comportamento dell’azienda, che non si fa scrupolo di aumentare il carico di lavoro sui portalettere, lasciandoli nella mancanza di titolarità delle zone, senza scorte, senza auto e in condizioni ambientali che ad Alba solo ora si stanno affrontando e poi giustifica la “scatola nera” con la preoccupazione della salvaguardia della persona. Strano comportamento, davvero », prosegue il comunicato sindacale.

L’azienda respinge le accuse. «Si tratta di un piano di monitoraggio a livello nazionale adottato per verificare il corretto utilizzo del parco macchine e i sindacati ne sono stati informati », spiega Antonio Sgroi, responsabile della comunicazione di Poste italiane per Piemonte e Valle d’Aosta. Ma l’utilizzo della “scatola nera” non servirebbe soltanto per il controllo dei lavoratori (per questo, secondo i sindacati, sono sufficienti i palmari in dotazione ai portalettere), ma potrebbe anche essere legato ad aspetti economici. Infatti, il recente decreto sulle liberalizzazioni prevede sconti sulle polizze per gli automobilisti che autorizzeranno le imprese assicuratrici a installare la “scatola nera” sulle vetture, operazione che, su una flotta aziendale composta (dati rilevati dal sito di Poste italiane) da 27.500 motomezzi e 15.000 autoveicoli, permetterebbe di risparmiare cifre considerevoli.

Su questo aspetto l’azienda precisa che il progetto black box è partito prima che si parlasse degli sconti sulle polizze, ma ammette che il risparmio sui costi di assicurazione è un argomento da non sottovalutare.

Corrado Olocco

Banner Gazzetta d'Alba