Se l’argento di Cuneo affoga nel marzapane

Un mondo di marzapane? La realtà può assumere sembianze differenti a seconda di chi la fotografa. L’osservatore infatti modifica l’oggetto osservato: ma quando i dati cozzano tra loro, si contraddicono e si elidono, significa che qualcosa – negli osservatori o negli oggetti sotto la lente? – si è inceppato. Che cosa vogliamo dire? La storia è semplice: la scorsa settimana il quotidiano Italia oggi ha pubblicato, insieme all’università La Sapienza, l’inchiesta Qualità della vita 2011: nella sezione Affari e lavoro la provincia di Cuneo si è attestata al secondo posto.

La medaglia d’oro è andata a Bolzano, quella d’argento a Cuneo, il bronzo a Trento. La Granda è apparsa solida, vigorosa e stabile per capacità produttiva, occupazionale, aspettativa sull’avvenire. Tanto da scavalcare Trento, storica eccellenza italiana. E da spingere la presidente della Provincia Gianna Gancia addirittura a constatare «l’immunità alla recessione, alla speculazione, ai movimenti bancari deleteri per il Paese». Viviamo in una specie di illibato mondodi marzapane? In un’“isola felice”, dalle solide protezioni e dalla scorza inviolabile? Per taluno, sì. Ne sarebbe una testimonianza il superamento in classifica da parte della Granda delle province autonome a statuto speciale, le cui condizioni privilegiate sono a tutti ben note. Eppure, l’indagine pubblicata lo scorso 4 gennaio da un’altra autorità inmateria, il Centro studi di Confindustria Cuneo (ne parliamo nel dettaglio a pagina 9) suggerisce scenari divergenti, ben lontani dalla consolazione o dal sollievo.

Da quanto emerge dalle interviste agli imprenditori locali, ci si aspetta infatti per i prossimi mesi un calo dagli 8 ai 13 punti percentuali su produzione e ordinativi per le aziende. La Granda scivolerebbe così ai livelli di fine 2010, dimostrando la crescita zero. Inoltre, nel cuneeese quasi un’azienda su tre dichiara di avere commesse assicurate per meno di un mese. E il resto appare un lento scivolamento verso il fondo.

La contraddizione tra l’indagine di Italia oggi e le previsioni di Confindustria Cuneo appare eclatante: e se la verità sta nel mezzo, è meglio allenare gli occhi. Nei prossimi mesi, uno sforzo di giudizio autonomo potrebbe risollevare un clima forse dominato dal qualunquismo.

Matteo Viberti

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