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Una generazione che vive nell’ombra

Non è facile scattare una fotografia dei giovani laureati o indagare sulle loro aspettative. Non rappresentati né a livello politico né a livello sindacale; ignoti alle statistiche ufficiali, in quanto non passano quasi mai per gli uffici pubblici o dalle liste di mobilità alla ricerca di un lavoro; senza reddito o con redditi molto bassi. E quando sentono parlare di “generazione mille euro” dicono «magari fossero mille»: rimborsi spese, buoni pasto e buoni benzina, ricariche sui telefoni cellulari sono le nuove frontiere del salario.

È una generazione che vive nell’ombra e che aspetta il suo momento. E intanto, come le api saltano di fiore in fiore per succhiare il nettare, loro si spostano di azienda in azienda, di tirocinio in stage, di progetto in progetto, prendendo il meglio da ogni esperienza. Accumulano conoscenze, capacità, relazioni. Salvo poi trovarsi, sulla soglia dei trent’anni, ancora in stage da qualche parte del mondo o peggio ancora a spasso o con i genitori.

Già, che pensano i giovani laureati del 2012? Come sarà per loro quest’anno, che segnerà una recessione della produzione nazionale? Quanti di loro scapperanno all’estero?

Luca, 26 anni, di Caraglio, è laureato in psicologia: «Mi aspetto un 2012 denso di cambiamenti. Il panorama italiano fa schifo e se entro febbraio o marzo non arriva niente di concreto mi sposto in Inghilterra a fare l’assistente manager in un ristorante. Il lavoro lo conosco, i contatti li ho, mi sistemo l’inglese e soprattutto, visto l’evento delle Olimpiadi 2012, sono sicuro di avere lavoro per almeno un anno».

Andrea, appena laureato in economia e direzione delle imprese, ha già scelto di partire per l’estero: «Dopo un mese e mezzo e una decina di colloqui tra Torino e cintura, Milano e Cuneo l’unica offerta interessante è arrivata dalla Spagna, dove ho iniziato da 20 giorni uno stage in marketing in un gruppo alberghiero multinazionale. Per carità, l’esperienza è interessante, ma sono 440 euro al mese più alloggio. Se penso che guadagno 2 euro e mezzo all’ora mi viene male. Prospettive di crescita dal punto di vista lavorativo? Magari banalizzo troppo, ma le paragono alle prospettive di miglioramento dal punto di vista politico: nessuna».

Luca, 27 anni, laureato in economia, lavora come consulente presso un’azienda del torinese, ma gli hanno promesso un contratto “vero” a partire dall’anno prossimo: «Un anno e mezzo fa mi è stata prospettata la possibilità di essere assunto come dipendente nel 2012, ma attualmente le previsioni sui risultati aziendali del prossimo anno non sono buone, per cui ho paura che questa promessa non verrà mantenuta».

Mattia, 28 anni, anche lui laureato in economia e con interessanti esperienze internazionali alle spalle, attualmente non lavora: «Per il 2012 mi aspetto che si superi la situazione di impasse che si è creata e le imprese decidano di assumere. Mi aspetto di rientrare nel mercato del lavoro, anche in un settore non strettamente correlato al mio percorso di studi, ma che possa darmi una spinta verso i miei obiettivi professionali di medio termine».

Roberta, 26 anni, laureata in lingue, precaria: «Personalmente ritengo che le prospettive di crescita per il 2012 dipenderanno dalle azioni che metterà in atto il nuovo Governo di Mario Monti, ma non sono molto fiduciosa al riguardo: se gli attuali lavoratori andranno in pensione più tardi e se verrà loro permesso di continuare a lavorare fino ai 70 anni, le possibilità per i giovani di entrare nel mondo del lavoro si ridurranno ulteriormente, poiché nessuno si arrischierà a cambiare il proprio posto per paura di non trovarne un altro».

Daniele, 24 anni, appena laureato in chimica: «Nel 2012 mi vedo assunto con contratto a termine in qualche ditta del Piemonte. Immagino che non starò facendo un lavoro appagante, ma starò accumulando esperienza e professionalità. Alla fine del 2012 spero di avere la possibilità di iniziare a orientarmi verso professioni che mi piacciano».

Giulia, laureata in lingue, impiegata: «La mia percezione è che le aziende per il 2012 siano ancora nell’ottica della crisi e puntino molto all’ecologia del personale, cioè al “riciclo” di persone già presenti in organico da proporre in mansioni anche alternative alla preparazione di base. Chi accetta la sfida in questo senso avrà ottime opportunità di crescita».

Alessandro Cassinelli

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