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Matrimoni nulli: calo delle cause

Continuano a diminuire le richieste di dichiarare nullo il matrimonio. È quanto emerge dalla relazione di don Ettore Signorile, vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico regionale piemontese (Terp). Nel suo articolato intervento, sabato 25 a Torino presso la Facoltà teologica, in occasione dell’inaugurazione del settantatreesimo anno giudiziario, ha fornito il quadro dell’attività svolta nel 2011. Unarealtà, sostiene Signorile, «spesso fraintesa e manipolata da campagne massmediali che ne travisano il vero volto, e qualche volta, lo deformano, concentrando l’attenzione su aspetti che concorrono a sminuire la reale portata di servizio alla persona ».

Matrimoni nulliMotivi di minore richiesta possono essere interpretati per Signorile «non solo come il frutto di una diffusa disinformazione nelle comunità ecclesiali ferme a una giustizia per privilegiati, ma anche come un fenomeno indotto da fattori economici e dalla forte secolarizzazione che ha determinato il costante calo del numero dei matrimoni concordatari. Perché in realtà ci si sposa sempre di meno e in età sempre più avanzata».

Nel 2011 al Terp sono state introdotte (in primo grado, cioè provenienti dalle 17 Diocesi di Piemonte e Valle d’Aosta) 110 cause; erano state 127 nel 2010. Tra quelle nuove e quelle pendenti al 31 dicembre 2010 (297) ne erano state giudicate 138 (di cui 3 rinunciate e 2 archiviate) e ne rimangono pendenti, quindi, 169. Tra quelle decise (133) l’82 per cento ha constatato la nullità del matrimonio. Tra le cause, i motivi che si configurano in rapporto all’identità cristiana del matrimonio – cioè il gruppo dei difetti del consenso o simulazioni – hanno ceduto il passo, ma per poche unità, alle incapacità consensuali.

Le simulazioni più ricorrenti sono l’esclusione dell’indissolubilità (20) e della prole (29). I capi di natura psicologica sono, inoltre, in crescita rispetto all’anno scorso. Il 30 per cento delle cause riguarda impiegati, poco più del 4 per cento sono pensionati e quasi il 7 sono disoccupati. La media della convivenza coniugale è per il 23,31 per cento tra cinque e dieci anni, per il 18,8 per cento meno di un anno, per il 12,7 da due a tre anni e per il 16,5 oltre i 10 anni.

Quasi l’80 per cento non ha figli, solo lo 0,7 ne ha più di quattro. 82 coppie su cento di quanti hanno avuto la sentenza lo scorso anno non avevano contratto altro vincolo e si erano sposate nella fascia di età tra i 25 e i 29 anni. Oltre il 90 per cento delle cause decise sono state a totale pagamento dei contraenti.

Migliora la tempistica. Il 77 per cento delle cause di primo grado, contro il 75 dell’anno precedente, è durato meno di due anni. Prosegue il lavoro dell’Ufficio degli avvocati patroni stabili messi a disposizione dal tribunale, cui si può ricorrere senza spese. Hanno svolto 628 colloqui. L’inaugurazione si è conclusa con la corposa prolusione di don Davide Cito, docente alla Pontificia Università della Santa Croce e consultore presso la Congregazione per il clero. Ha affrontato la questione del profili penali nell’istruttoria matrimoniale. Il Tribunale di Torino giudica in secondo grado le istanze dal Tribunale ligure: erano pendenti 46 cause, ne sono state introdotte 96, concluse 106, pendenti 36.

Chiara Genisio

Foto PATRICK PLEUL / DPA / CORBIS, RENZO BUSSIO

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