Risarcimento Acna: Clini prende tempo

La “transazione globale” che l’Eni vuole definire per liquidare il danno ambientale e saldare i conti con nove siti contaminati (tra cui quello di Cengio-Saliceto) è stata uno dei temi affrontati la scorsa settimana dal ministro dell’ambiente Corrado Clini durante un’audizione alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti.

A differenza dell’Eni, che aveva avviato l’istruttoria oltre un anno fa e puntava già a chiudere il conto entro fine 2011, il Ministro pare non avere fretta. Secondo quanto ha riportato l’agenzia Ansa, Clini (nella foto) ha dichiarato: «Eni ha una proposta sul tavolo; diciamo che mi sono preso un po’ di tempo».

Della transazione tra Eni e Ministero dell’ambiente si parla da mesi (Gazzetta ha trattato l’argomento nel settembre scorso). L’operazione permetterebbe al colosso chimico di archiviare delicati contenziosi di carattere ambientale ed evitare future richieste di risarcimento. Il provvedimento, come è noto, tocca da vicino anche la Valle Bormida, che attende un congruo risarcimento per gli oltre 100 anni di veleno “targati” Acna.

Tra le dichiarazioni rilasciate dal Ministro di fronte alla Commissione parlamentare e riportate dall’Ansa (ieri, lunedì, non era ancora disponibile on line il resoconto stenografico dell’audizione, nda), una appare piuttosto interessante. Clini (che quando era direttore generale del Ministero si occupò spesso della vicenda Acna) ha dichiarato: «Se vogliamo recuperare i siti per nuove attività industriali dobbiamo evitare che l’Eni si ritenga disimpegnata dopo aver pagato». Il possibile disimpegno dell’Eni una volta saldato il debito ambientale era tra le maggiori preoccupazioni delle associazioni della Valle Bormida. La frase di Clini suona quindi abbastanza rassicurante per chi teme che l’Eni, una volta pagato il conto, lasci la patata bollente nelle mani degli enti locali. Resta l’incertezza su quale sarà l’entità del risarcimento. Negli anni scorsi si era parlato di oltre 200 milioni di euro e il 75 per cento della somma, in base a un accordo ministeriale, spetterebbe al Piemonte.

Nell’audizione, Clini ha parlato genericamente di dare alla transazione un “valore adeguato” , ma nei mesi scorsi era anche circolata l’ipotesi secondo la quale l’Eni punterebbe a “detrarre”dal risarcimento i fondi già spesi per la bonifica, soluzione che ridurrebbe di molto l’importo del risarcimento stesso. Clini ha anche parlato del futuro delle aree bonificate, affermando: «L’esigenza principale è che questi siti siano restituiti almeno ad attività produttive, anche se non industriali».

Corrado Olocco

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