Troppo cemento inutile. L’inchiesta

È stato avviato nei giorni scorsi il primo censimento del patrimonio edilizio nazionale. Lo realizzerà il Forum italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio in ognuno degli oltre 8 mila Comuni italiani. Si tratta della prima inchiesta nazionale per quantificare il numero delle abitazioni e degli immobili a uso commerciale e terziario non utilizzati e sfitti. I sindaci riceveranno una scheda di censimento (scaricabile anche dal sito www.salviamoilpaesaggio. it) elaborata da amministratori, architetti, urbanisti e professionisti del settore. Gli enti locali sono chiamati a compilarla entro sei mesi, restituendo al Forum la mappa degli edifici inutilizzati.

Il censimento è il primo passo per arrivare a un metodo di pianificazione territoriale “ragionata”, che eviti inutili edificazioni, recuperando gli immobili esistenti ed evitando la cementificazioni dei suoli ancora liberi. I numeri sono infatti preoccupanti: si stima che la superficie urbanizzata in Italia ammonti a quasi due milioni e mezzo di ettari e aumenti al ritmo di 100 mila ettari l’anno. Il Forum italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio è nato a Cassinetta di Lugagnano, in provincia di Milano nel 2011 e conta già oltre 10 mila aderenti a titolo individuale e quasi seicento organizzazioni (70 associazioni nazionali e 525 tra associazioni e comitati locali) socie. In provincia di Cuneo esistono due comitati Salviamo il paesaggio, uno nel Capoluogo e un altro per Langa e Roero. Spiega ancora il portavoce nazionale Alessandro Mortarino: «Il Forum si è costituito perché negli ultimi trent’anni è stato cementificato quasi un quinto dell’Italia. Riteniamo che nel Paese si possano contare 8-10 milioni di immobili vuoti, mentre, proseguendo a edificare, stiamo perdendo per sempre i suoli fertili, risorsa preziosissima e non rinnovabile».

Maurizio Bongioanni

foto Soave

 

Alba. In città, secondo una stima legata al censimento 2001, potrebbero esserci 2.500 immobili sfitti, tra abitazioni e locali commerciali.

Il sindaco Maurizio Marello: «Il recupero del patrimonio esistente è la strada da percorrere. Cercheremo di migliorare l’azione in questa direzione, come peraltro abbiamo già dimostrato di voler fare attraverso il nuovo Piano regolatore, il cui progetto definitivo sta per essere approvato. Appena riceveremo le richieste del censimento da parte del Forum faremo di tutto per aderirvi». Franco Foglino, assessore al bilancio: «Già nel 2007 avevo ipotizzato un calcolo, senza alcuna base scientifica ma fondato sull’osservazione personale. Stimai che fossero più di 2 mila, forse 2.500, gli immobili sfitti in Alba. Come sono arrivato a questi numeri? Con il censimento 2001 si erano contati mille locali vuoti (negozi, garage, ecc.). Non ho fatto altro che aggiungere un’ipotetica cifra di 1.000-1.500 abitazioni corrispondenti. Ripeto: è un calcolo informale, che però deve portare l’attenzione al patrimonio urbanistico riutilizzabile. Quello albese rischia di essere un patrimonio “immobilizzato” più che immobiliare. È un discorso delicato e complesso, che però vale la pena di affrontare. Perciò, l’iniziativa del Forum italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio è da accogliere e approfondire».

Fossano.  780 alloggi non utilizzati.

Francesco Balocco, sindaco: «A Fossano stiamo lavorando nella direzione che propone il censimento. Per quanto riguarda gli alloggi sfitti abbiamo già numeri in mano: sono 780 gli immobili non utilizzati, di cui un terzo concentrati fuori città. In genere si tratta di secondi alloggi, che le famiglie hanno costruito per i figli, rimasti vuoti, perché i giovani hanno preferito o dovuto abitare altrove. Sul versante produttivo non abbiamo ancora dati e l’iniziativa del Forum va a rispondere a questa carenza. Attraverso l’ultimo Piano regolatore generale abbiamo eliminato una grande area prima destinata a ospitare impianti produttivi, proprio perché l’intenzione dell’Amministrazione è di fermare il consumo incontrollato di suolo. Incentiviamo invece la ristrutturazione dei locali produttivi, mediante la possibilità di aumentarne la cubatura, mentre pure per il comparto residenziale il Piano casa prevede un possibile incremento del 30 per cento, se l’immobile viene ristrutturato. Quella degli incentivi è una buona strada da percorrere».

Bra. Capannoni, non recuperabili.

Bruna Sibille, sindaco: «A Bra ci siamo mossi. Per le strutture residenziali abbiamo aumentato l’Imu sulle seconde case. Per gli immobili industriali il discorso è più complesso: non è detto, infatti, che un edificio abbandonato sia sempre riutilizzabile. Concorrono vari fattori, ad esempio i costi di ristrutturazione. Un capannone sfitto non diventa automaticamente recuperabile. A volte sarebbe utile abbatterlo. L’iniziativa del Forum è interessante, ma ci sono Comuni in cui è facile prevedere la “crescita zero” e Comuni urbanizzati, nei quali occorre mantenere zone di espansione. Bra ha sempre mantenuto un’elevata soglia di attenzione sul tema del consumo di suolo, ad esempio normando il fotovoltaico a terra. È necessario utilizzare il terreno con parsimonia, costruendo in modo oculato, ma dal punto di vista del paesaggio dobbiamo convincerci a convivere con i capannoni esistenti, perché offrono lavoro, anche se è possibile lavorare a mitigarne l’impatto visivo. È necessario, inoltre, che si operi in un’ottica comune, altrimenti il comportamento poco attento di alcuni rischia di vanificare gli sforzi.

Mondovì. Tutelare il territorio.

Stefano Viglione, sindaco: «È importante che nella pianificazione urbanistica sia rivolta la massima attenzione alla tutela del paesaggio e al rispetto del territorio. Il censimento proposto dal Forum potrà rappresentare un utile spunto e uno strumento importante per le scelte urbanistiche future».

Saluzzo. Recuperare i centri storici.

Paolo Allemano, sindaco: «Un censimento? È facile più a dirsi che a farsi. Ci siamo posti il problema più volte in sede amministrativa e stiamo lavorando su questo tema. Ad esempio, abbiamo ritoccato l’Imu sulle seconde case, ma ci sono molte variabili, vedi i contratti in nero, molto difficili da rilevare. Ben venga l’iniziativa del Forum, noi siamo a disposizione! Sappiamo che la riduzione del consumo di suolo passa attraverso il recupero del patrimonio esistente. Per questo abbiamo bloccato la costruzione di nuovi edifici nel centro storico e abbiamo detto “no” ai parchi commerciali, per dare impulso alle attività esistenti. Da sei anni lavoriamo a un Piano regolatore che risparmi i suoli liberi e anche per il comparto edilizio vorremmo dettare linee guida precise».

Savigliano. Intervenire sui Piani regolatori.

Silvio Pittavino, assessore all’urbanistica: «Siamo sulla linea del consumare meno territorio possibile, recuperando l’esistente. Speriamo che l’iniziativa del Forum arrivi anche a permettere di definire linee attraverso cui revisionare i Piani regolatori. Come Comune lavoriamo in contatto con il Politecnico di Torino, perché pensiamo sia importante il parere degli esperti. Finora abbiamo organizzato cinque riunioni per pensare lo sviluppo urbanistico futuro del territorio. Conclusa la fase di dibattito, passeremo alla parte propositiva. La legge permette la partecipazione attiva della popolazione alla redazione degli strumenti urbanistici e noi abbiamo sempre tenuto conto di questa opzione».

Cuneo. La città cambia e guarda lontano.

Alberto Valmaggia, sindaco: «Siamo alle porte delle amministrative e non abbiamo seguito da vicino la costituzione del Forum. Si tratta peraltro di un’interessante iniziativa, ma a Cuneo c’è un turn-over molto veloce di strutture residenziali ed è difficile avere gli strumenti adeguati per eseguire il censimento. Per quanto riguarda il comparto commerciale/ industriale non possiamo dire di avere edifici inutilizzati. Il nostro territorio è costituito per l’80 per cento da suolo agricolo e fluviale, per il 10 per cento è occupato da immobili e per un altro 10 da infrastrutture. È importante avere un occhio di riguardo al suolo libero e il Piano regolatore deve andare in questa direzione. A Cuneo sono cinque anni che non vengono apportate modifiche allo strumento urbanistico e, dal momento che l’assetto socio-economico si è modificato, andrà presa in considerazione con attenzione l’idea».

ma.bo.

Immobili fantasma

Secondo le rilevazioni aeree commissionate dall’Agenzia del territorio, in provincia di Cuneo sarebbero circa 36 mila gli immobili non dichiarati al Catasto, che non pagano dunque le imposte al Comune di riferimento. Il dato, dicono le comparazioni, è impressionante. La Granda si colloca al quinto posto della classifica italiana delle province “truffaldine”, peggio di Roma (con 32 mila unitàimmobiliari non dichiarate) e poco meglio di Napoli, Cosenza, Salerno e Reggio Calabria.

Eppure, sul fronte della rendita catastale, ovvero delle quantità di denaro non versate, Cuneo vale 52 milioni e 685 mila euro, tanto quanto la somma delle rendite catastali delle province di Napoli (29 milioni), Salerno (20 milioni) e Reggio Calabria (13 milioni). Se si guarda al contesto nazionale, si colloca peraltro al quinto posto della classifica anche il Piemonte, che viene dopo Sicilia, Campania, Puglia e Calabria nel conteggio degli immobili sconosciuti al fisco e di recente scoperti. Come ha chiarito l’Agenzia del territorio, a livello nazionale l’operazione di monitoraggio ha permesso di individuare in una prima fase circa due milioni e 200 mila particelle del Catasto in cui erano presenti potenziali fabbricati non dichiarati. Grazie alle dichiarazioni spontanee dei contribuenti e ai successivi riscontri dei tecnici dell’Agenzia, è stata effettuata una progressiva scrematura dei dati, per arrivare a un risultato definitivo. Sintetizza l’Agenzia: «Sono così state individuate 1 milione e 81 mila unità immobiliari di diversa tipologia a cui è stata attribuita una rendita (definitiva o presunta) pari a 817 milioni di euro», per un maggior gettito stimato di 472 milioni: 356 per i Comuni a titolo di Imposta municipale unica, 116 per lo Stato tra Irpef, cedolare secca e imposta di registro sulle locazioni.

I dati cuneesi sono veritieri? Parrebbe di sì, visto che sono stati diffusi in via ufficiale. Eppure, il direttore dell’Agenzia delle entrate del capoluogo, Saverio Minnici, preferisce non esporsi, facendo sapere di essere «troppo occupato», quando tentiamo di contattarlo per capire la situazione, contestata dalle associazioni di categoria cuneesi. Pure ad Alba si preferisce la cautela, sebbene sul sito Internet dell’Agenzia del territorio il calcolatore automatico evidenzi 525 fabbricati non dichiarati. Impossibile sapere se i proprietari abbiano poi provveduto a dichiarare l’esistenza dell’immobile, ma da tempo il Comune è al lavoro sugli accertamenti. Spiega l’assessore Franco Foglino: «Sappiamo nulla delle notizie fornite dall’Agenzia del territorio e non possiamo formulare ipotesi, considerando le eventuali entrate provenienti dalla regolarizzazione degli immobili “fantasma”. Dobbiamo però considerare i problemi procedurali che regolano la riscossione di un’imposta sul “non dichiarato”. Le stime potrebbero rivelarsi esagerate».

Matteo Viberti

foto Francesco Fanti, archivio Comune di Cuneo

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