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L’esercito della solidarietà

Donatori

Alba si appresta ad accogliere la sesta festa provinciale del donatore di sangue.  Il 10 giugno, in occasione della Giornata nazionale  del donatore, che cade il 14, per tutte le strade del centro ci saranno migliaia di persone a significare  l’importanza  del gesto gratuito

VOLONTARI All’ingresso di Alba, accanto al Tribunale, c’è un monumento incastonato in un granito grigiastro su cui sta scritto: «Io ho quello che ho donato». Donare è mettere in comune, offrire una parte della vita, dell’anima senza pretendere niente, perché la ricompensa è nel gesto di dare. Con questo spirito Alba si appresta ad accogliere la sesta Giornata provinciale del donatore di sangue.

Il 10 giugno, in occasione della Giornata nazionale del donatore che cade il 14, per tutte le strade del centro ci saranno migliaia di persone a significare l’importanza del gesto gratuito: in prima fila Avis, Fidas, Donatori di sangue della Croce rossa, Sos, Gruppo autonomo sangue Mombracco, con il patrocinio di Regione, Provincia di Cuneo e Città di Alba. Sei anni fa, per la prima volta, a Fossano, sono state oltre novecento i donatori giunti da tutta la Granda.

Il 10, ad Alba, dopo Cuneo, Mondovì, Saluzzo è forte la voglia di mostrare quale sia la forza di questo atto di gratuità. Perché, se si sono ottenuti buoni risultati – la provincia di Cuneo è una delle prime province nella classifica dei donatori di sangue – ancora molto resta da fare. «Si tratta di un gesto concreto, che per chi sta male significa tutto», spiega Giorgio Groppo, presidente del Centro servizi per il volontariato (Csv) di Cuneo. «Anche quest’anno l’esercito della solidarietà sfilerà per le vie di Alba in nome dei valori: il dono, la gratuità, la fiducia. In un momento in cui il pessimismo e il catastrofismo imperversano, senza lasciare spazio alla speranza, c’è sempre più bisogno di persone che contribuiscano, con il loro gesto di amore, a migliorare la società».

Si cerca di contagiare il mondo degli indifferenti, insomma, ma pure quello di chi ha in mano le leve delle istituzioni, per convincere che, citando Coelho, «troppo tempo seduti mette a repentaglio la vita».

Alessandro Costa

500 ragazzi all’Edmondo Stroppiana

Dal 2004 l’associazione Edmondo Stroppiana offre uno spazio protetto nel quale bambini e ragazzi possono divertirsi. Per il momento gli associati sono 70. Il Centro sportivo italiano permette una copertura assicurativa a cui la società dilettantistica non potrebbe provvedere. L’associazione nasce dopo un brutto fatto di cronaca di circa dodici anni fa. «Un camion ha investito due ragazzi mentre giocavano in corso Cortemilia. Questo triste evento ci ha obbligati a riflettere sul fatto che non esistesse un’area attrezzata», racconta il presidente Ted Pascale. «Siamo poi riusciti a ricavare uno spazio attraverso i lavori di arginatura del Cherasca». La struttura è stata realizzata per l’impegno tra privato e istituzioni: «La Mondo rubber ha donato le strutture per il campo da calcetto e il Comune di Alba ha provveduto all’illuminazione e alla rete di protezione e oggi le 3.500 famiglie del quartiere Moretta 2 hanno un’area attrezzata. Sono almeno 500 i bambini che la frequentano, dai ragazzi dell’istituto Ferrero ai bambini della materna Maria Ausiliatrice». Purtroppo, manca chi dedichi parte del suo tempo a pensare e progettare le attività ludiche. Pascale: «Abbiamo qualche difficoltà a trovare giovani. Per il momento ringrazio Daniele Soriano e gli animatori di strada. Abbiamo una squadra di calcio e cerchiamo sponsor».

al.co.

Il duro “mestiere” di aiutare il prossimo

L’associazione albese “Serenità via cavo” gestisce il servizio di telesoccorso per gli anziani

«Il volontariato è “mestiere” duro ma qualcuno lo deve pur fare», racconta Ted Pascale, presidente, tra l’altro, dell’associazione Serenità via cavo. Il progetto è attivo da oltre vent’anni, aiutando circa 130 anziani ogni anno con un servizio di telesoccorso. «Quando abbiamo iniziato eravamo 32, oggi siamo rimasti in 3», dice Pascale. «Il dispositivo che installiamo permette agli anziani di mantenere l’indipendenza. Ogni utente viene fornito di un’unità domiciliare collegata a un telecomando. In caso di bisogno un semplice pulsante invia una richiesta d’aiuto a un centralino attivo 24 ore su 24 e in questo modo partono tempestivamente i soccorsi». Ma non si tratta solo di fornire intervento medico. «Tra le 1.300 chiamate che riceviamo ogni anno alcune provengono da persone sole, che si sentono abbandonate. Il servizio fornito dà l’appoggio che viene a mancare da parte dei familiari».
Purtroppo il volontariato non basta, perché serve aiuto da parte delle istituzioni: «Quest’anno abbiamo chiuso in attivo, ma il prossimo non so cosa possa succedere», prosegue Pascale, ricordando come nel 2011 il Comune non abbia rinnovato la convenzione con l’associazione – sostituita dal servizio fornito gratuitamente dalla Regione – che aveva installato quindici apparecchi nei minialloggi gestiti dai servizi sociali cittadini.

al.co.

Migliaia di volontari con i capelli bianchi

Ad Alba non esiste un censimento completo delle associazioni, ma si ipotizza siano almeno 200

La Consulta del volontariato, organo preposto alla promozione del volontariato, esiste dal 2005 ad Alba. Si compone al momento di circa novanta associazioni. Ne abbiamo parlato con il presidente Sergio Taricco.

A che serve la Consulta del volontariato, Taricco? «La funzione della Consulta è di costituire un organo di coordinamento e di confronto tra le associazioni. Si cerca di “fare rete” e si promuove la collaborazione tra volontariato e istituzioni».

Quali sono i numeri del volontariato ad Alba? «È difficile essere precisi. Non esiste un vero e proprio censimento del volontariato albese. La Consulta comprende novanta associazioni. Si stima però che ci siano in città almeno 200 gruppi e che i volontari siano qualche migliaio».

Quante volte si riunisce la Consulta? «I numeri variano in base alle necessità, ma solitamente vengono indette due riunioni ogni anno e alcune più specifiche per le associazioni che operano in campi simili. Ci sono quattro macroaree che ne suddividono gli ambiti di interesse: l’area socio-assistenziale e sanitaria, quella culturale e ricreativa, quella ambientale e di Protezione civile e quella di solidarietà internazionale, intercultura e diritti umani».

Quali sono le attività? «Siamo un ponte tra il Comune e le associazioni. Nell’ottica di eliminare il finanziamento a pioggia, l’Amministrazione ha deciso di stanziare 25.000 euro ogni anno distribuiti in base a una graduatoria che premia l’impatto sociale e ambientale dei progetti. Noi veniamo incontro alle associazioni, aiutandole a finalizzare le proposte. Inoltre, curiamo la promozione del volontariato. In questa direzione collaboriamo con il Centro servizi per il volontariato (Csv) per organizzare momenti di condivisione e aggregazione».

Quali sono le necessità? «Il volontariato è alla continua ricerca di uomini e mezzi. Spesse volte la difficoltà sta nel trovare le risorse per continuare. Oltre alla nostra consulenza, esistono corsi organizzati a livello locale dal Csv. Resta, poi, un problema anagrafico. Ad Alba la solidarietà è molto sentita, ma tra adulti e pensionati. Si dice che il volontariato non abbia età, ma stenta nelle fasce più giovani».

al.co.

Foto Ansa

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