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Equi e solidali con Quetzal

ASSOCIAZIONI Quetzal è una cooperativa che da vent’anni è attiva ad Alba. Nata per proporre un’alternativa all’economia di massa, da una parte offre prodotti del commercio equo e solidale e della filiera biologica e, dall’altra, si occupa di far conoscere quali sono i meccanismi che regolano il mercato tradizionale e di come sia possibile trovare alternative. Il presidente è Nicola Nada. Lo abbiamo intervistato.


 Com’è cominciata la vostra storia?  «È partita da quelli che erano i gruppi di solidarietà, che vendevano prodotti del Sud del mondo su banchetti fuori dalle chiese. Si voleva uscire dalla solidarietà una tantum. Dopo un primo, nel 1992 abbiamo deciso di costituire l’associazione e aprire una bottega che affiancasse al commercio equo anche la componente “bio”».

 Cos’è cambiato dagli inizi?  «Il negozio si è ampliato molto e ha spostato la sede per tre volte; l’associazione è cresciuta anche grazie al consorzio con Ctm-Altromercato e si è cominciato a sostenere direttamente progetti all’estero. Rispetto a qualche anno fa, abbiamo incrementato il settore dell’alimentare, mentre l’artigianato resta più o meno stabile. Oggi non ci sono solo più prodotti provenienti dai Paesi più poveri, trattiamo anche merce che viene da realtà italiane come Libera, che lavora i terreni espropriati alle mafie e commercalizza i prodotti ottenuti da esse».

 In quanti siete?  «Come cooperativa siamo arrivati a 350 soci. Nella bottega lavorano due persone a tempo pieno e tre part-time. Inoltre ci sono una trentina di volontari che aiutano a seguire le nostre attività sia nel ramo commerciale che in quello culturale».

 Quali sono le vostre attività in ambito culturale?  «Parallelamente al commercio c’è la cultura: cerchiamo soprattutto di diffondere la conoscenza del commercio equo. In quest’ottica facciamo incontri, come quello con Giorgio del Fiume, su quella che può essere la risposta etica alla crisi. Da 16 anni curiamo l’organizzazione, insieme ad altre associazioni, del festival Altri film, altri Paesi, film da tutto il mondo che sono spesso scartati dalla grande distribuzione, ma che affrontano temi importanti o poco conosciuti. A volte facciamo cene etniche o interventi nelle scuole, in linea con i nostri ideali. Negli ultimi tempi stiamo cercando di inserire nell’offerta dei distributori automatici alcuni nostri prodotti. Per i nostri vent’anni abbiamo pensato a tutta una serie di proposte che si chiuderanno con lo spettacolo teatrale Km 0, il 26 ottobre al cinema Moretta».

L’interno della bottega Quetzal in corso Italia, ad Alba

 Quali sono i progetti internazionali che state seguendo?  «Ne sosteniamo due progetti in particolare. Il primo è in collaborazione con la cooperativa Apj (sorta grazie a don Giovanni Lisa) che si occupa della professionalizzazione dei giovani di Teófilo Otoni – città brasiliana dello Stato del Minas Geiras – da cui importiamo le joias, bigiotteria, da dieci anni. Poi c’è stato il progetto Khulna, in Bangladesh, portato avanti da Suore luigine che cercano di aiutare le donne in difficoltà attraverso la produzione e la commercializzazione di un ricamo tipico bengalese. Purtroppo quest’ultimo è attualmente sospeso, perché non riusciamo a distribuirne i prodotti».

 Alessandro Costa

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