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Il direttore risponde (17 luglio)

Le critiche dei pensionati Cisl alla revisione della spesa

L’Esecutivo territoriale Fnp Cisl di Cuneo ha esaminato  e approfondito le recenti decisioni del Governo definite con l’approvazione della spending review (revisione della spesa pubblica). Scelte operative che incidono pesantemente sul settore pubblico con la prospettiva di definire negativamente l’erogazione dei servizi offerti ai cittadini. Come organizzazione sindacale guardiamo con particolare preoccupazione ai possibili disagi che verranno arrecati alla grande e multiforme categoria degli “anziani e pensionati”. Questa spending review, che è a tutti gli effetti una vera e propria manovra, corregge solo in minima parte le distorsioni del settore pubblico, evidenziando invece un forte carattere sostitutivo (infatti, con i risparmi prodotti non si finanzia il capitolo riferito al fondo per la non-autosufficienza ma si finanziano esodati, mobilità, perfino con una deroga alla recente negativa riforma pensionistica, e i prepensionamenti del pubblico). La revisione della spesa, così come presentata in questi giorni, inciderà sulla qualità e quantità dei servizi, senza che siano stati rintracciati con solerzia i capitoli, ancora presenti, di spesa improduttiva e dunque cattiva. Manca una visione complessiva che prima, grazie alla concertazione, riorganizzi i servizi e poi, attraverso il confronto sindacale, valuti la condizione degli organici, provvedendo, laddove necessario, a una logica ricollocazione che dovrà comunque fare seguito a una inevitabile riqualificazione delle risorse umane. Guardando ai numeri, ci preoccupa fortemente il taglio dei posti letto nella sanità a livello nazionale. Si rischia davvero di assistere a ricoveri “super-sbrigativi” per liberare il posto letto, con la inevitabile conseguenza per il paziente di dover fare ricorso a strutture private per proseguire le cure.

Contemporaneamente rileviamo il rischio di ricoveri inappropriati, conseguenza della riduzione dei servizi domiciliari. Accogliamo positivamente il dato riferito alla riduzione delle Province. Nel complesso dunque esprimiamo preoccupazione per le scelte del Governo che proseguono nella direzione già tracciata in passato, introducendo pochi e timidi segnali di cambiamento. La spending review dovrà essere rivista e “contrattata” a livello nazionale e nei territori, con le parti sociali, per modificare un giudizio che a oggi non può essere positivo.

Segreteria provinciale pensionati Cisl Cuneo

Di fronte alla spending review, la revisione della spesa, decisa dal governo Monti si sono levate molte critiche. Dai Comuni e dalle Regioni, in particolare, e dai sindacati. Molte critiche sembrano ben motivate. Mentre l’impressione generale è che ancora una volta a farne le spese siano i più deboli. Mi hanno molto colpito, nell’intervista che Mario Monti ha rilasciato a Famiglia Cristiana un mese e mezzo fa, alcune sue espressioni. Ha detto, per esempio, che «se oggi l’Italia attraversa una situazione così critica, con gravi ripercussioni economico-sociali, è anche perché nel corso dei decenni i Governi italiani che si sono succeduti si sono fatti guidare da istanze a volte bassamente politiche, il più delle volte di elevata finalità etica, tuttavia con scarsa consapevolezza della necessità di far fronte alle spese con effettive entrate». E ancora: «Il nostro è un Paese disastrato. Anche in buona fede, con finalità ridistributive a vantaggio dei più deboli, ma con totale disattenzione alle conseguenze per le generazioni future». C’è in queste parole qualcosa di molto preoccupante. Il presidente Monti è convinto che siamo di fronte a una situazione disastrosa. Soprattutto in prospettiva futura. Forse non ce ne siamo ancora resi conto.

Dobbiamo cambiare modello di vita, perché abbiamo vissuto troppo al di sopra delle nostre possibilità. Anche quando si è cercato di aiutare i più deboli. Personalmente non condivido del tutto questa analisi. In particolare la critica a quanto si è fatto per chi è in difficoltà, a fin di bene. È vero però che il tutto andava gestito e valutato meglio nelle sue conseguenze. Sono comunque convinto che la spesa pubblica debba essere rivista, abolendo gli sprechi a tutti i livelli, dai Comuni allo Stato. Tagliando davvero ciò che è inutile e soprattutto fatto, in fin dei conti, per motivi elettorali, per accontentare qualcuno in vista del prossimo voto. Il denaro pubblico deve essere speso meglio.

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