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Squinzi: «CUNEO modello per il Paese»

Giorgio Squinzi
Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria

IL PERSONAGGIO Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria da maggio di quest’anno, ha preso parte all’assemblea annuale dell’associazione degli industriali di Cuneo, svoltasi ad Alba, intervistato al Teatro sociale dal giornalista Andrea Cabrini. Il “botta e risposta” si è focalizzato sulla centralità dell’Italia all’interno dell’Europa. Secondo Squinzi è necessario andare verso la costituzione degli Stati uniti d’Europa attraverso cinque punti: una Banca centrale europea con poteri reali, un coordinamento delle politiche del welfare, un coordinamento delle politiche fiscali per rendere omogei gli ordinamenti dei Paesi, un coordinamento delle politiche strutturali e un coordinamento delle politiche energetiche. Tra i temi portanti per la ripresa del “sistema Italia” il Presidente nazionale di Confindustria ha citato ad Alba «la semplificazione della burocrazia, che spesso intrappola le aziende di casa nostra». Soprattutto, secondo Squinzi, è necessario rispolverare «“l’ossessione” per la crescita che ci ha contraddistinti negli anni passati e che dobbiamo essere capaci di trasmettere ai nostri giovani». Il taglio del debito pubblico appare inoltre come tassello indispensabile al rilancio dell’economia nostrana sulle piazze mondiali. Sul futuro della scena politica italiana il messaggio è stato chiaro. Squinzi: «Non possiamo continuare per sempre con un Governo tecnico. Senza la vera politica non andremo da nessuna parte».

 Cristian Borello

INTERVISTA  Presidente Squinzi, lei nutre fiducia nell’Unione europea?  «Sì, anche se oggi non vedo ancora una situazione positiva».

Giorgio Squinzi
Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria

 Quale data ipotizza per l’uscita dalla crisi economica nel nostro Paese e in Europa?  «Ha una sfera di cristallo per leggere il futuro? A parte gli scherzi, non credo a breve. Potremo ritenerci fortunati se ne usciremo nel 2015. Dobbiamo intanto cercare di mantenere basso il malcontento che sta prendendo piede».

 Come giudica gli ottimi dati economici di Cuneo, in netta controtendenza rispetto alle altre province?  «Ho visto anch’io questi risultati e li ricollego al valore delle aziende della zona. Ce ne sono diverse – e me ne lasci ricordare due in particolare, Ferrero e Mondo –, che si sono spese nella ricerca e nell’innovazione, si sono internazionalizzate e sono oggi competitive sul mercato globale. Sicuramente queste aziende accusano meno di altre la crisi».

I cuneesi possono dire di vivere all’interno di un “modello” che potrebbe essere esportato?  «Questo dovrebbe essere il vero modello dell’Italia. Da questo punto di vista la provincia di Cuneo è davvero un buon esempio per tutti».

cr.bo.

«Si sostenga l’intraprendenza»

LE RICHIESTE Rigore&crescita: su queste parole, fonte di dibattito nella difficile stagione italiana ed europea che stiamo vivendo, si è confrontata l’assemblea generale di Confindustria Cuneo, tenutasi ad Alba, alla presenza del presidente nazionale Giorgio Squinzi. I maggiori industriali cuneesi hanno messo in luce le ipotesi per fronteggiare la crisi globale, che sta rendendo instabile la situazione del Paese.

«Il rigore e la crescita sono due elementi uniti non da una comune “e”, ma da una & commerciale per evidenziare la loro totale contemporaneità». Con queste parole la presidente di Confindustria Cuneo, l’albese Nicoletta Miroglio, ha avviato l’incontro. Secondo Miroglio, grazie al rigore di questi mesi siamo riusciti ad arginare la crisi che ci stava per tirare in fondo al baratro. «Il nostro territorio, in controtendenza rispetto al quadro generale, si conferma una tra le aree più solide e competitive d’Europa», ha ribadito Miroglio, citando i numeri della Granda, che Gazzetta ha documentato la scorsa settimana. Ventinovemila euro di reddito pro capite, disoccupazione tra le più basse del Paese, 3,8 per cento, tasso di occupazione vicino al 70 per cento, radicamento nei mercati internazionali, export in espansione del 10 per cento intorno a un valore da sei miliardi e mezzo di euro, il 17 per cento dell’intero Piemonte.

 La crescita, secondo la Presidente, passerà attraverso la competizione, resa possibile da ulteriori riforme del sistema burocratico, diminuzione del cuneo fiscale, investimenti sull’innovazione e sulla formazione di figure dirigenziali. Non sono mancate considerazioni sulla riforma del lavoro voluta dal ministro Elsa Fornero. «Il Governo era partito con l’idea di fare un passo in avanti e ha finito col farne alcuni indietro. Per le aziende si prospettano maggiori rigidità, all’interno di un quadro che vedrà un’intensa attività ispettiva di carattere formalistico, creando una situazione negativa», ha siglato Miroglio. La Presidente ha poi concluso ricordando che «la comunità ha bisogno di imprese di successo, capaci di creare posti di lavoro e opportunità di benessere. Ci auguriamo che il Governo smetta di rivolgere l’attenzione al portafoglio degli italiani e inizi a sostenere la loro intraprendenza. I risultati non tarderanno ad arrivare».

cr.bo.

NICOLETTA MIROGLIO Il segreto dell’albese sono l’umiltà e la voglia di lavorare

Per quanto tempo pensa sarà ancora necessario il rigore, Presidente? «Penso che il rigore sia necessario, ma anche che il Governo stia esagerando. Risparmiare è necessario, ma non in modo eccessivo, altrimenti, come dice il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, la crescita non potrà esserci. In generale, comunque, la politica del rigore ci seguirà ancora a lungo».

Nicoletta Miroglio (foto Marcato)
Nicoletta Miroglio

Come giudica i dati positivi sull’occupazione e sul lavoro della provincia di Cuneo?  «Reputo la nostra area una zona fortunata. Mio padre diceva che il segreto sta nelle persone, operose su più versanti – fabbrica e campagna –, un atteggiamento che ha permesso la crescita costante, mantenuta negli anni, unita all’umiltà e alla voglia di lavorare».

La piccola e media impresa, presente su larga scala nel cuneese, quale ruolo ha avuto nel trend positivo della provincia? «Nonostante quanto si va affermando – “se non sei grande non vai avanti”, credo invece che l’unicità della piccola e media impresa sia molto importante, e penso che si dovrà puntare sempre più su questa peculiarità. Non credo che si salveranno solo le grandi imprese».

Come giudica le ipotesi di uscita dall’euro? «Sono contraria».

La riforma del lavoro di Elsa Fornero? «Non ne abbiamo già parlato? Quanto tempo abbiamo speso sull’articolo 18? Staremo a vedere. Di serio, a parte la riforma delle pensioni, è uscito niente».

cr.bo.

BRUNO CERETTO Ce la faremo ancora una volta

Bruno Ceretto imprenditore albese di successo nel mondo del vino, ha le idee chiare.   Ceretto, per quanto tempo ancora pensa che avremmo bisogno di rigore?  «Dopo il “patatrac” del 2008 sostenni che ci sarebbero voluti dieci anni per recuperare quanto avevamo costruito. Penso che prima di tre o quattro anni si risolverà niente».

Bruno Ceretto (foto Marcato)
Bruno Ceretto

 Quali sono le strade per crescere?  «Un cambio generazionale nei posti di potere. Forze fresche in campo, gli altri tutti diligentemente a casa».

Della riforma del lavoro che pensa?  «Seguo poco questi dibattiti. Invece di fare tante discussioni, preferisco assumere. Dobbiamo uniformarci ai contratti europei».

 Secondo lei, ce la faremo?  «Dall’alto dei miei novecentoquattro mesi, penso che tutto si risolverà per il meglio. Sono sempre stato ottimista».

cr.bo.

Gli industriali premiano due imprenditori langaroli

L’assemblea di Confindustria Cuneo ha visto anche la premiazione da parte della presidente Nicoletta Miroglio di alcuni imprenditori che si sono distinti nel loro lavoro. Tra i premiati c’erano anche due albesi: Dario Stroppiana e Mario Revelli. Dario Stroppiana, socio unico e presidente della Stroppiana di Alba, è nato nel 1944.

Opera nella costruzione di prefabbricazione, nella produzione di laterizi, nell’autotrasporto. Mario Revelli è nato a Cuneo nel 1941. La sua famiglia, con l’azienda F.lli Revelli snc, ha iniziato con il servizio postale in appalto estesa all’intera provincia di Cuneo e di Imperia. Poi l’azienda è passata al settore trasporti e logistica industriale.

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