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Pellegrini a Mont Saint Michel

LA STORIA Dopo i pellegrinaggi da Alba a Lourdes, Santiago, Roma, Monte Sant’Angelo, Santa Maria di Leuca, Israele, alcuni albesi – Roberto Conte e Severino Marcato, con Ezio Gaia, Loredana Ninetti e la collaborazione di Ciro Cristiano – hanno percorso quest’estate i 310 chilometri che da Orléans portano a Mont St. Michel in Normandia. Questo tratto fa parte della via Micaelica che congiunge tre grandi complessi religiosi: Mont Saint Michel, Sacra di San Michele a Sant’Ambrogio Torinese eMonteSant’Angelo nelGargano. Da Mont St. Michel alla Sacra di San Michele i chilometri sono mille. Dalla Sacra sino a Monte Sant’Angelo ce ne sono altri mille, uniti da una linea retta immaginaria che conduce a Gerusalemme.

L’organizzazione del percorso non è stata facile. Sonostati utili agli albesi gli appunti di Mauro Sala, il quale nel 2002 aveva percorso il tratto Sacra di San Michele-Mont Saint Michel. La via è poco frequentata. Bisogna evitare le strade affollate da camion e auto, ma non sempre è possibile. Per fortuna ci sono sentieri secondari che attraversano grandi coltivazioni di grano e tanto assomigliano alle mesetas del percorso francese per Santiago. Nell’ultima parte boschi e pascoli e percorsi deserti rimandano all’alta Langa. Racconta Marcato: «Siamo partiti domenica 29 luglio con un camper di appoggio guidato da Ciro Cristiano. Il viaggio sino a Orléans è stato lungo. Qui, immancabile, abbiamo trovato la pioggia, che ci ha accompagnati per diversi giorni.

Il percorso a piedi è iniziato lunedì 30 luglio, con tappe da 30 a 40 chilometri giornalieri. I primi giorni sono stati duri per il sommario allenamento. Ma dopo qualche giorno tutto è diventato più semplice. La zona è ricca di simboli di Giovanna d’Arco. Una grande croce ricorda la vittoria del 18 giugno 1429, detta di Patay, dei francesi contro gli inglesi, quando la “Pulzella d’Orléans” salvò la Francia». Prosegue Conte: «Siamo arrivati con un giorno di anticipo. Dall’Ufficio turistico ci hanno indicato un lungo itinerario pedonale, lo abbiamo percorso e, finalmente, abbiamo intravisto la statua dell’arcangelo San Michele, svettante, a 170 metri dal livello del mare. Una preghiera di ringraziamento, una foto ricordo con la bandiera italiana e poi un tuffo tra la folla “da Fiera del tartufo”. In tutta la zona fervono i lavori, che dovrebbero terminare nel 2025, perché il monte ridiventi, da penisola, com’è oggi a causa del grande apporto di sabbia dal mare, isola, con il suo fascino antico».

Per gli amici albesi c’è stato tempo ancora per una visita alla bellissima Saint Malo, poi ad Omaha, la spiaggia dello sbarco degli alleati nella seconda guerra mondiale, al cimitero dei militari americani e poi il ritorno ad Alba.

Marcato: «Grazie a Ciro per il prezioso contributo logistico, a Loredana alla sua prima esperienza, ai veterani Ezio e Roberto. Abbiamo riscoperto un itinerario di fede, dove approdano ogni anno 3 milioni emezzodi turisti,masono pochi i veri pellegrini».

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