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Barbaresco: poco ma buono

VENDEMMIA  Ci siamo. Adesso tocca al Barbaresco. L’ultima settimana di settembre ha portato qualche pioggia e qualche preoccupazione per i viticoltori. Dopo un nuovo periodo di asciutto, è tornato lo stillicidio di pioggia che, come sostiene Aldo Vacca, direttore della Produttori del Barbaresco, «finisce per essere critica più sotto l’aspetto psicologico che nel concreto. In effetti sono caduti pochi millimetri d’acqua, ma il fatto che ogni tanto ci fosse uno scroscio ha destato qualche preoccupazione».

Nella realtà, l’incostanza climatica di fine settembre ha soprattutto rallentato i lavori, senza penalizzare lamaturazione dei grappoli e la loro sanità. «Abbiamo iniziato a vinificare i nebbioli da Barbaresco giovedì 27 e i riscontri sono stati promettenti», prosegue Vacca. «La quantità è discontinua, ma la maturazione ottimale, con gradazioni di livello, ma senza quei picchi che in altre annate hanno dato luogo a vini con più di 15 gradi».

Il livello alcolico ottimale senza esagerazioni sembra essere il presupposto per definire il 2012 del Barbaresco l’annata dell’armonia. «Infatti – interviene Fabrizio Francone, titolare di un’azienda agricola, che ha vigneti nel prestigioso “cru dei Gallina” a Neive – i grappoli di nebbiolo hanno tutti gli elementi per ipotizzare un’annata di grandi equilibri: ottimo livello acido in armonia con l’alcol, acini di piccola taglia e non troppo succosi, colori impeccabili. Chi pensava a una vendemmia sullo stile del 2003 è stato smentito. Sulle colline del Barbaresco l’estate non ha ripetuto il clima torrido del 2003».

Ma c’è un dato che continua ad animare il dibattito tra produttori, tecnici e addetti ai lavori ed è la quantità di produzione dell’annata. Già in primavera, prima di fioritura e allegagione, si capiva che per il nebbiolo il 2012 non sarebbe stato un millesimo “fertile”. Chi dava la colpa al forte gelo di inizio febbraio, chi puntava il dito sulle brusche riduzioni di temperatura della prima parte di aprile.

E in vendemmia, il concetto si è meglio precisato: «Abbiamo praticamente concluso la vendemmia dei nebbioli a Barbaresco – ricorda Angelo Rocca dell’azienda agricola Albino Rocca di Barbaresco con vigneti a Ronchi e Loreto – e siamo molto soddisfatti degli aspetti qualitativi. Un po’ meno delle quantità. Lungo i filari molte viti avevano pochissimi grappoli, due o tre, e su queste non abbiamo neanche fatto il diradamento. Questa scarsità è una caratteristica dell’annata, che per noi è una delle più scarse di sempre».

Intanto sulla quantità (e non è il caso di chi come Angelo Rocca vinifica l’uva che produce) continua a montare la polemica tra chi vende e chi acquista: i primi dicono che c’è poca produzione, i secondi sostengono che alla fine i quantitativi ci saranno. Staremo a vedere chi avrà ragione.

Venerdì 28 ha iniziato la sua raccolta Giorgio Pelissero nella sua azienda agricola di Treiso, dove nasce il famoso Long now! Anche Pelissero è soddisfatto di come sta andando l’annata: «Se l’avessimo fatta con le nostre mani non avremmo fatto meglio: la svolta è avvenuta a fine agosto e inizio settembre con quelle piogge intense accompagnate da un forte calo delle temperature. Dopo quel periodo, il vitigno nebbiolo ha rivelato la sua grandezza di “macchina da vino”. È tornato a lavorare con intensità, ha fatto fronte anche a qualche rottura di acino che qua e là si era verificata e oggi ci presenta grappoli belli, ineccepibili, che ci regaleranno vini con due caratteri straordinari: grandi colori e ampiezze olfattive notevoli, insieme a un solido equilibrio di struttura».

Alla domanda, «a quale annata passata paragonereste il 2012?» la risposta è stata unanime: «A nessuna». Il 2012 fa storia a sé, com’è giusto che sia. D’altra parte, alle nostre latitudini, ogni annata, grande o piccola, è un’opera d’arte: unica e irripetibile. Perciò: benvenuto, Barbaresco 2012!

Giancarlo Montaldo

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