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Ciechi, senza quel farmaco

SANITÀ Rischiano la cecità per colpa dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco). L’agenzia infatti, con una nota dello scorso 30 agosto, ha deciso di rendere non rimborsabile e quindi di difficile utilizzo la molecola di Avastin che era impiegata nella cura della maculopatia essudativa, una malattia tipica della terza età che ha come conseguenza, appunto, la cecità.

A lanciare il grido d’allarme per il territorio dell’Asl Cn2 Alba-Bra è il medico braidese Alfio Modica, che sta vivendo questa enorme criticità avendo la moglie in questa situazione. Spiega il medico di base: «Tra Bra e Alba sono oltre 400 i pazienti che sono affetti da maculopatia e che – fino a un paio di mesi fa – potevano sottoporsi a un trattamento con l’Avastin. In sostanza, una volta al mese, l’oculista praticava loro un’iniezione intravitreale di questo farmaco che oltre ad avere effetti molto benefici nelle cure di carattere oncologico, è anche molto utile per combattere l’avanzata della cecità. Al suo posto è stato indicato un altro farmaco, il Lucentis, che, a differenza del precedente il quale costava poco più di 20 euro a fiala, costa invece 50 volte tanto. E, ovviamente, le Asl non ne dispongono».

Nella circolare emessa dall’Aifa si legge: «Avastin non è formulato per l’uso intravitreale. E in seguito a tale uso sono state segnalate gravi reazioni in gruppi di pazienti, alcune delle quali hanno anche portato a vari gradi di perdita della vista fino ad arrivare alla cecità permamente». Ancora Modica: «Lo stesso documento dice però anche che i medici possono, dopo aver attentamente valutato il rapporto beneficio-rischio e averne informato i pazienti, decidere se effettuare la prescrizione di questo medicinale. Purtroppo gli oculisti di Alba e di Bra non aderiscono a questa direttiva e le persone come mia moglie attualmente sono sprovviste di cura».

La vicenda è già sbarcata anche al Tribunale del malato dell’Asl che ha sede all’ingresso dell’ospedale San Lazzaro di Alba (nel quale peraltro opera una volontaria che è affetta da questa stessa patologia) e dal tribunale è approdato sul tavolo del direttore sanitario dell’Asl dottoressa Maria Cristina Frigeri, la quale si è riservata di dare una risposta sull’utilizzo alternativo del ben più costoso Lucentis.

Conclude Modica: «Non è pensabile che questa Asl si comporti in modo così rigido mentre altre della nostra Regione hanno molta più elasticità. Qui da noi non serve neppure decidere di comprarsi personalmente la fiala perché poi non si trovano oculisti disposti a iniettarla non essendoci ancora alcuna direttiva in materia emanata dalla nostra Asl».

Valter Manzone

 Asl Cn2: «Aspettiamo risposte»

Maria Cristina Frigeri, responsabile della direzione sanitaria degli ospedali di Alba e Bra spiega: «Ho recentemente riunito la Commissione farmaceutica ospedaliera e abbiamo scritto un quesito all’Assessorato regionale per avere chiarimenti sull’utilizzo dell’Avastin che anche l’Aifa, pur avendolo ritirato, indica come potenzialmente ripristinabile se un medico si assume la responsabilità di utilizzarlo. Stiamo aspettando risposte».

v.m.

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