Ultime notizie

Il campo GALLIZIO resta lungo il Tanaro

IL CASO Dopo tanto parlare è arrivata la decisione: i nomadi resteranno, almeno per il futuro prossimo, nel campo Pinot Gallizio, realizzato dal Comune sulla sponda sinistra del Tanaro. Lo si evince dall’ultimo Consiglio comunale, nel quale è stata approvata una variazione di bilancio che, tra l’altro, ha previsto di svincolare i circa 200 mila euro che Alba aveva impegnato alcuni anni fa per realizzare il trasferimento dei nomadi. Durante la consiliatura di Giuseppe Rossetto – ma dell’argomento si era già parlato anche con l’Amministrazione di Enzo Demaria – si decise di redigere un progetto per spostare le famiglie nomadi in un’area più adatta, anche perché nel campo di corso Canale, inserito dall’alluvione del novembre 1994 nelle zone a rischio idrogeologico, sono presenti case abusive e vige l’ordine di sgombero. La nuova area venne individuata nel quartiere Vivaro, nei pressi della Casa circondariale. Si sarebbe trattato quasi di un ritorno al passato dato che le prime famiglie nomadi, giunte sotto le torri negli anni ’70, si insediarono proprio in via Vivaro, a pochi passi dalla casa cantoniera, per poi trasferirsi, alla fine degli ’80, nel Gallizio. L’amministrazione Rossetto definì un piano di intervento dall’importo complessivo di circa 600 mila euro, partecipando anche a un bando di finanziamento regionale per l’edilizia riservata alle abitazioni dei nomadi. La Regione stabilì di sostenere il progetto con un contributo di circa 400 mila euro, cifra che il Comune avrebbe dovuto cofinanziare con circa 200 mila euro del proprio bilancio.

Il progetto, però, pubblicato anche da Gazzetta, è rimasto tale solo sulla carta, perché, nella pratica, a prevalere, come ha spiegato il sindaco Maurizio Marello nell’ultimo consesso, sono stati i problemi. In primis, ha riferito il primo Cittadino, ci si è trovati di fronte a problematiche logistiche, aggravate in seguito dai malumori degli abitanti del quartiere Vivaro, dei responsabili del carcere e degli stessi nomadi, restii a cambiare sistemazione. Così l’ipotesi di trasloco è caduta nel nulla e, di conseguenza, anche il contributo regionale, non ancora erogato, è sfumato. Agli amministratori di piazza Duomo sono rimaste due opzioni: definire un nuovo progetto, ricercando altri eventuali finanziamenti pubblici, oppure rinunciare allo spostamento dei nomadi. L’Esecutivo guidato da Maurizio Marello pare aver optato per la seconda via, anche se, ha precisato il Sindaco, «il problema rimane e, pertanto, continueremo a prestare attenzione a questa vicenda».

Per l’ex sindaco Giuseppe Rossetto, contattato da Gazzetta, questo non è altro che un modo per demandare ad altri la “patata bollente”. «Comprendo che in questo momento così complicato le priorità possano essere altre, ma così facendo il problema non verrà mai risolto. La mia Amministrazione si era impegnata a trovare una soluzione, mentre oggi noto che questi problemi, anche per via delle difficoltà oggettive in cui sono costretti a operare i Comuni, vengono rinviati alle prossime generazioni», ha commentato Rossetto.

Il problema non è di poco conto perché nell’attuale campo-nomadi albese vivono circa 40 famiglie, per un totale di oltre 100 persone, tutte residenti ad Alba.

Enrico Fonte

Banner Gazzetta d'Alba