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Voci dal Sinodo

La Nuova evangelizzazione con riferimento ai luoghi santi di pellegrinaggio per ravvivare la fede e al valore della pietà popolare vista nel suo rapporto con l’intelligenza della fede: sono stati i temi di due interventi significativi al Sinodo dei Vescovi.

Ripartire da Gerusalemme.

Nessuno più di Fouad Twal, patriarca di Gerusalemme, poteva offrire una riflessione sul valore del pellegrinaggio ai luoghi santi e alle “pietre vive”, per meglio conoscere il quadro culturale, storico e geografico dove sono nati i misteri in cui crediamo. «I cristiani di Terra Santa – ha detto il Patriarca – sono i discendenti diretti della primissima comunità cristiana che è la memoria collettiva vivente della storia di Gesù».

«La visita ai luoghi santi, dovutamente preparata e guidata dalla lettura della parola di Dio, e l’incontro con la comunità possono fortificare i credenti di poca fede e far rinascere la fede laddove era morta. In questo tempo in cui i luoghi santi vengono talvolta offesi e aggrediti, la presenza dei pellegrini è una vera testimonianza di fede e di comunione con la nostra Chiesa del Calvario. Abbiamo bisogno di voi, delle vostre preghiere e della vostra solidarietà! Là dove gli apostoli hanno gridato a Gesù “accresci la nostra fede”, venite anche voi, carissimi confratelli Vescovi con i vostri sacerdoti, seminaristi e comunità, a chiedere al Signore la fede e la pace che ci manca».

Facendo poi riferimento diretto al tema del Sinodo, Sua Beatitudine Fouad Twal ha detto chiaramente che «la nuova evangelizzazione, per essere moderna ed efficace, deve ripartire da Gerusalemme: ripartire dalla prima comunità cristiana ancorata sulla persona di Cristo, avendo una causa per la quale era disposta ad affrontare ogni sacrificio fino al dono della vita stessa».

Il valore della pietà popolare.

Già Paolo VI nella sempre attualissima Evangelii nuntiandi aveva fortemente richiamato l’attenzione sul valore e le diverse ricchezze che si possono scoprire nelle varie forme di pietà popolare. Sicuramente il Segretario del Pontificio consiglio per l’evangelizzazione aveva presente quel testo nel rivolgersi ai Padri sinodali, quando afferma che la pietà popolare può diventare «un mezzo prezioso ed efficace per trasmettere il Vangelo e ravvivare la fede nei lontani. Questo avviene illuminando le pratiche di devozione affinché le intenzioni coincidano con le verità della fede e la loro conseguente istanza morale».

È indispensabile poi l’azione decisa dei Pastori i quali devono «guidare queste devozioni secondo la verità, anche a costo di rinunciare ad alcuni vantaggi che si potrebbero ottenere mantenendole». Occorre anche favorire la comprensione del legame esistente nel cristianesimo tra la pietà popolare e la natura della liturgia. A questo riguardo, ha sottolineato l’arcivescovo Ruiz Arenas, «la conoscenza, la proclamazione e la meditazione della parola di Dio saranno di grande aiuto, poiché attraverso di essa, Dio si rivela e comunica se stesso e i battezzati possono stabilire un dialogo sincero con lui».

In sintesi, l’impegno pastorale deve essere quello di orientare le diverse manifestazioni della pietà del popolo di Dio verso «l’intelligenza della fede e verso la pratica dei sacramenti, affinché la pietà popolare possa costituire lo scenario della Nuova evangelizzazione».

Giovanni Ciravegna

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