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Contro la CRISI a mani nude

ANZIANI CISL Stravaccati in una forzata apatia indotta dalla recessione economica e dall’incompetenza della politica, molti rinunciano alla reazione e attendono futuri migliori. Non accade ai pensionati Cisl: oltre quattromila iscritti che oggi, 6 novembre, hanno allestito, presso i locali della Banca d’Alba, un convegno finalizzato a decifrare il rebus della crisi, a inventare nuovi universi da abitare nonostante la precarietà. L’occasione è il sessantesimo compleanno dell’associazione, dunque un’occasione di festa e rievocazione del passato. Numerosi i relatori, tra cui la sociologa dell’Università di Parma Vincenza Pellegrino e Giovanni Battista Sgritta, dell’università La Sapienza di Roma (vedi intervista a lato). Il tema principale è il rapporto tra due apparenti opposti: gli anziani e i giovani.

Spiega Roger Davico, della Segreteria dei pensionati Cisl di Alba: «Un Paese di evasori fiscali e contributivi è un Paese che non può affrontare le spese sociali quali la sanità, la scuola, le pensioni, i progetti di sviluppo. Giovani e pensionati camminano insieme e non contro. Affinché il futuro sia di tutti e non venga invece costruito a discapito di qualcuno».

Per quanto riguarda Alba, la situazione economica sembra incrinarsi pian piano. Gli anziani sono costretti a fronteggiare la penuria di risorse e ad arrabattarsi in un sistema di servizi difficile, come Gazzetta denuncia da tempo. «Nell’albese 211 anziani sono in attesa di assistenza domiciliare (300, se si considera tutto il territorio dell’Asl Cn2), a fronte di rette nelle case di riposo che arrivano anche a 3.000 euro al mese. Sono invece 275 gli anziani non autosufficienti che avrebbero diritto a cure continuative, ma rimangono privi di qualsiasi agevolazione», come ha dichiarato Renza Bonzano, dei pensionati Cisl di Alba.

Matteo Viberti

Sgritta: «Abbiamo bruciato un’intera generazione costringendola al precariato»

Parliamo con Giovanni Battista Sgritta, sociologo dell’università La Sapienza di Roma e relatore oggi, 6 novembre, al convegno albese dei pensionati Cisl.

Sgritta, com’è cambiata negli ultimi anni la condizione degli anziani?

«La storia moderna degli anziani può essere suddivisa in tre fasi. Mentre nel dopoguerra la loro condizione era caratterizzata da elevata precarietà e povertà, siamo passati negli anni ’70 a una situazione di benessere e serenità economica, grazie agli aiuti dello Stato, agli ammortizzatori sociali, a un cambiamento culturale. Oggi, a partire dagli anni 2000, assistiamo a un ritorno alla condizione primaria, ovvero a una nuova esperienza di abbandono e incertezza. Gli anziani sono sempre di più, e soprattutto sono diversi da quelli di un tempo».

Che cosa intende?

«La durata media della vita si è allungata moltissimo. Il fenomeno si trascina dietro una grave problematica: la condizione di non autosufficienza degli anziani risulta più comune rispetto a un tempo. Con i conseguenti costi socio-sanitari».

Si potrebbe dire che, per incertezza e assenza di strutture di sostegno, gli anziani vivono un periodo drammaticamente simile a quello dei giovani?

«Esatto. Se non riusciremo a garantire ai giovani un inserimento nel mercato del lavoro e se non sapremo dissipare – almeno parzialmente – la recessione, saranno guai. Rischiamo di “bruciare” una generazione, di saltarla del tutto, costringendola a vivere nel precariato e nell’assenza di previdenza. I problemi veri emergeranno tra 30 o 40 anni, quando gli attuali giovani dovranno andare in pensione. Allora, gli errori del presente tracimeranno e si evidenzieranno con drammatica intensità. In tutto questo sarà la politica a giocare un ruolo fondamentale».

m.v.

Giovani e anziani camminano insieme

«Quando vado a prendere mio fratello a scuola vedo molti anziani in attesa dei nipoti. Altri, come volontari, aiutano i bambini ad attraversare le strisce, fermando il traffico per facilitare il passaggio. Dopo aver faticato una vita intera, c’è chi desidera ancora dedicare il proprio tempo libero agli altri: è una cosa straordinaria!». Così Matteo Siragusa, studente del quinto anno e rappresentante d’istituto del liceo scientifico Cocito, descrive l’anzianità.

Abbiamo incontrato Matteo per indagare il rapporto tra anziano e giovane, per entrare nel “cuore” del convegno promosso dalla Cisl albese (vedi articolo a lato). Scopriamo qualcosa di inatteso: sebbene l’anagrafe li allontani, sembra sussistere una forza che affratella l’anziano al giovane. Racconta Siragusa: «Uno dei problemi è il lavoro. Anche se molti di noi non ci pensano ancora, i media ci avvertono: è sempre più difficile trovare un’occupazione. A questa disillusione alcuni reagiscono richiudendosi e usando i social network come mezzo di socializzazione, altri si rifugiano nell’alcol o nella droga. Sono casi estremi, ma è invece diffusa la sfiducia verso le istituzioni, che non sembrano in grado di dare risposte».

Il domani? «Nel futuro penso che la vita per un anziano sarà ancora più difficile, perché l’esistenza lavorativa si allunga, le pensioni diventano povere e le risorse dedicate ai servizi sociali ridotte», conclude Siragusa.

m.v.

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