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Italia futura: la salvezza? Rilanciare le imprese

POLITICA Italia futura, il movimento politico guidato da Luca Cordero di Montezemolo, ha scelto Bra per fare il suo debutto ufficiale nella Granda, dopo la presentazione del manifesto “Verso la terza Repubblica” avvenuta a Roma sabato 17 novembre e che ha raccolto il sostegno delle Acli, della Cisl, della Comunità di Sant’Egidio e di pezzi importanti del mondo cattolico. L’incontro di giovedì scorso all’ombra della Zizzola, come ha sottolineato il direttore regionale del movimento Mariano Rabino, è stato «il primo in Italia dopo il discorso programmatico di Montezemolo a Roma». Aintrodurre i relatori è stato Marco Tromba, responsabile di Italia futura per Bra e il braidese. Il concetto di fondo emerso dagli articolati discorsi del prof. Marco Simoni (economista docente universitario in Gran Bratagna e responsabile per il lavoro di Italia futura) e dell’on. Gianluca Susta (deputato al Parlamento europeo) è sostanzialmente questo: solo se ci sarà il rilancio delle imprese e della loro crescita ci sarà ricchezza per tutti i cittadini.

Oltre che un ricambio di classe dirigente è quindi necessaria una profonda revisione del sistema normativo e organizzativo dello Stato. «I partiti si sono comportati spesso come dei marziani nel campo dello sviluppo imprenditoriale », ha sottolineato il prof. Simoni. «L’Irap, ad esempio, una tassa che è tanto più alta quanti più dipendenti si hanno, è stata un suicidio per l’economia italiana».

Per l’on. Susta sono necessarie più Europa e maggiore autorevolezza dell’Italia all’interno degli organismi dell’Unione e inoltre «se a livello nazionale introduciamo delle vere novità possiamo anche in tempi brevi avere una ripresa. Questo Stato va rivoltato come un calzino. Se non riportiamole istituzioni a svolgere bene i loro compiti, non usciremo mai da questa crisi».

Dagli esponenti di Italia futura è stato ribadito più volte che il nostro Paese ce la può fare, riprendendo così uno dei concetti espressi da Montezemolo nel suo discorso romano: «Siamo qui perché siamo convinti che nessuna maledizione condanni l’Italia al declino e alla rassegnazione».

L’on. Susta rispedisce al mittente le accuse, rivolte al movimento, di nostalgia per una certa politica di stampo democristiano: «Non c’è nulla di nostalgico in Italia futura, piuttosto puntiamo al recupero di valori fondamentali per la gestione della cosa pubblica». All’incontro braidese erano presenti un centinaio di persone in rappresentanza dei gruppi di Italia futura che si stanno radicando nelle varie aree della provincia di Cuneo. In sala – oltre all’ex direttore generale dell’Asl Cn2 l’albese Giovanni Monchiero, una delle figure di spicco del movimento – ma più come uditori che come sostenitori, a giudicare dalla posizione defilata, vi erano tante persone che negli anni sono state impegnate nella vita amministrativa braidese, soprattutto di formazione democristiana o moderata: dall’ex vicesindaco Bruno Campi all’ex sindaco Camillo Scimone (coordinatore del Pdl, che smentisce di avere aderito a Italia futura), dal consigliere comunale Giancarlo Balestra al consigliere comunale di Progetto Bra Marco Ellena. Afondo sala anche metà della Giunta comunale braidese, compreso il sindaco Bruna Sibille, intervenuta a sentire le proposte politiche di due suoi ex compagni di partito, Susta e Rabino, che nel marzo del 2011 hanno lasciato il Pd in cui non si riconoscevano più.

Diego Lanzardo

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