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Luca e Federico, la musica dentro con l’aiuto di don Paolo

MUSICA Due ragazzi, di 29 e 27 anni, dall’infanzia abitati da un identico desiderio: creare e favorire l’apprendimento della musica. Luca studia chitarra e suona da quando aveva dieci anni, Federico da quando ne aveva 12. Una tensione cristallina, una spinta priva di compromessi. Ma il loro desiderio di insegnare si è concretizzato. Il progetto è stato reso possibile anche grazie all’inatteso aiuto di un sacerdote.

In che cosa consiste il vostro progetto?

«Stiamo cercando di realizzare ad Alba, con i nostri corsi, un laboratorio Lizard. La Lizard Unterberger è stata fondata a Fiesole nel 1981 da Giovanni Unterberger ed è il più importante centro di produzione didattica per la musica moderna in Italia. La nostra idea è aprire i corsi a un pubblico che vada dai bambini in età scolare, ai ragazzi delle medie, superiori o dell’università, ma anche a lavoratori e pensionati».

Quale ideale si nasconde dietro la volontà di attivare dei corsi di musica in un contesto già collaudato?

«Pensiamo che la musica sia necessaria come l’aria che respiriamo. Non esiste cultura che non abbia avuto bisogno della magia del suono e delle sue declinazioni per sopravvivere nello spirito. Applicando la filosofia della didattica Lizard vogliamo far capire che suonare uno strumento significa imparare linguaggi nuovi, ma anche condividere quel che si è appreso e metterlo in pratica magari imparando a suonare o cantare i brani dei propri cantanti o gruppi preferiti».

Come avete affrontato le difficoltà?

«La crisi sembra remare “in direzione ostinata e contraria” a un progetto come il nostro. La musica viene vista come un bene accessorio perché non può essere ridotta a un dato numerico o a una voce di bilancio. E parlano chiaro in tal senso il collasso del mercato discografico e il ritorno, sempre più massiccio, alla cultura del concerto e della musica dal vivo. Le difficoltà sono state per lo più relative al trovare gli spazi giusti per poter organizzare i corsi. Ma la cosa più importante è che ci vuole qualcuno che creda nello stesso oltre agli ideatori. Nel nostro caso si è trattato del gentilissimo e disponibilissimo don Paolo, sacerdote della parrocchia del Divin Maestro che, dimostrando fiducia, ci ha concesso l’utilizzo di alcuni locali per i nostri corsi di musica».

m.v.

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