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Quando Alba costa meno

Siamo bombardati da notizie negative legate ai costi della politica e ai “maneggiamenti” di alcuni (troppi) per poter avere sempre più denaro, a fronte di un aumento del costo della vita che colpisce in modo indiscriminato chi ha molto e chi ha molto poco. In un clima siffatto è importante dare senso a quanto avviene in direzione opposta a livello locale, anche se – va detto – gli interessati sono molto restii a pubblicizzare una scelta che giudicano personale.
Ecco i numeri in positivo:

  • due assessori albesi (Olindo Cervella e Franco Foglino) hanno rinunciato dal momento del loro insediamento a un compenso che, dopo tutte le riduzioni, ammonta a 17 mila euro annui lordi;
  • due consiglieri (Adolfo Ricca e Fabio Tripaldi) hanno rinunciato al gettone di presenza: 38 euro per ogni seduta di Consiglio e di Commissione (mediamente si tengono 30 sedute anno);
  • la persona designata dal Comune nella società Stirano, Jonny Altare, ha rinunciato al compenso, 1.500 euro netti l’anno;
  • la persona designata dal Comune nella società Tanaro servizi, Renato Giri, ha rinunciato al compenso, 3.600 euro l’anno lordi.

Se la politica è servizio, questi sono segnali positivi, che vanno fatti conoscere, magari per essere imitati. La Giunta albese (sindaco, vicesindaco e 6 assessori) si è autoridotta i compensi, che oggi ammontano in totale a 130 mila euro lordi l’anno, il 32 per cento in meno rispetto al passato Esecutivo, un terzo (390 mila euro, secondo La Repubblica del 2 ottobre) del costo lordo dello staff, esclusi gli emolumenti alla persona, di un assessore regionale.
Nicola Conti

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