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Voci dal Sinodo

«Per me è stato veramente edificante, consolante e incoraggiante vedere lo specchio della Chiesa universale con le sue sofferenze, minacce, pericoli e gioie. Abbiamo sentito come la Chiesa, anche oggi, cresce e vive». È il commento personale di Benedetto XVI alla solenne chiusura dei lavori del Sinodo dei Vescovi sulla Nuova evangelizzazione, dopo che è stato reso noto il Messaggio al popolo di Dio e presentate le 57 proposizioni, sulle quali il Papa, insieme con i suoi collaboratori elaborerà l’esortazione post-sinodale.

Tra i tanti e ricchi interventi durante i lavori sinodali, vogliamo ancora dare spazio a due voci italiane, che possono offrire per le nostre Chiese spunti significativi.

Nuovo slancio per le parrocchie.

L’arcivescovo di Chieti, Bruno Forte, ha fatto notare che non è stata data sufficiente importanza al ruolo fondamentale della parrocchia. «L’esperienza diretta, specialmente la visita pastorale, mi ha convinto che senza un nuovo slancio missionario della parrocchia, di cui sono protagonisti gli stessi operatori pastorali in essa operanti, sarà difficile vivere una radicale nuova evangelizzazione. In questa luce – pur apprezzando i doni dello Spirito che sono i nuovi movimenti – ritengo che uno strumento prezioso sia l’Azione cattolica, la quale sta totalmente nello spirito della cooperazione laicale alla missione dei pastori».

Una particolare attenzione mons. Forte la dedica ai giovani come «destinatari della nuova evangelizzazione: se il loro allontanamento dalla pratica religiosa è considerato da molti un fatto scontato, questo non vuol dire che il loro cuore non sia assetato di Dio. Incontrandoli in università e nelle scuole ne ho la continua riprova. Bisogna scommettere sulla cosiddetta emergenza educativa; bisogna ascoltarli, dare loro tempo, parlare loro di Dio, e accoglierli nel rispetto della loro esigenza di libertà. Qui si comprende quanto sia decisivo il ruolo della famiglia, ma anche come sia drammatica la situazione dei figli dei divorziati risposati che spesso vengono resi estranei ai sacramenti dalla non partecipazione dei loro genitori». Qui il Vescovo invoca con urgenza una «decisa svolta nel senso della carità pastorale».

Cinque crocevia da non evitare.

Con la sua consueta chiarezza, il cardinale Gianfranco Ravasi indica cinque crocevia che la cultura contemporanea chiede alla nuova evangelizzazione. Innanzitutto il linguaggio: «Senza abbandonare la complessità del discorso religioso, è necessario saper adottare anche i nuovi canoni della comunicazione telematica e digitale», dando particolare spazio al racconto e alle immagini.

C’è poi l’orizzonte della secolarizzazione che non riesce tuttavia «a eliminare la domanda religiosa e la forza dell’etica naturale». Qui Ravasi ricorda la positiva esperienza del “Cortile dei gentili”, sollecitata dal Papa stesso. C’è un terzo ambito di evangelizzazione che «è stato per secoli decisivo ed è quello dell’arte, che esige oggi di essere ritessuto secondo la nuova grammatica e stilistica delle espressioni artistiche contemporanee, senza perdere il legame con la sacralità del culto cristiano».

Un’area particolare è quella delle «culture giovanili con le loro esperienze socializzanti, spesso rischiose ma anche dotate di una loro fecondità: si pensi solo agli eventi e alla pratica sportiva o al costante ricorso alla musica ». Una considerazione specifica viene dedicata al mondo della scienza e della tecnica. Qui, afferma il Cardinale, «la fede non deve temere di inoltrarsi, avendo lo stesso sguardo di Cristo che contemplava vegetali e animali e ricorreva persino alle previsioni meteorologiche per annunciare il Regno».

Giovanni Ciravegna

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