2013, il nuovo dietro l’angolo

L’INTERVISTA Sulla sua scrivania, in bella mostra, un articolo di Pierluigi Battista – Consumare è democratico – la dice subito lunga sul pensiero di Giancarlo Drocco, presidente della sempreverde Associazione commercianti albesi. Come tutti, anche l’Aca potrebbe segnare un po’ di affanno di questi tempi, ma il Presidente non molla la presa di un millimetro e continua a battere sul chiodo: superare la crisi. Per dirla con l’editorialista del Corriere della sera, spiega – porgendo copia – «i consumi devono ripartire: ma i teorici dell’anticonsumismo li demonizzano, considerando la soddisfazione che generano come un paradiso artificiale. Eppure la “decrescita felice” significa tristezza sociale. I consumi invece generano lavoro, stimolano la creatività e permettono a tutti di partecipare al benessere complessivo del Paese».

Sarà vero – dipende dai punti di vista –, ma la situazione non è affatto facile, Presidente. Non le pare?

«Questo potrà essere l’anno della svolta per l’Italia».

Perché?

«La crisi, che si avverte anche ad Alba, ci ha cambiati e ci ha imposto scelte diverse dal punto di vista dei consumi. Ma noi italiani – e gli albesi, in particolare – abbiamo la capacità di reagire e credo faremo emergere proprio in questa fase la nostra versatilità in fatto di adattamento. Questa è la possibilità che ci è data per scegliere il nostro futuro».

Che cosa ci serve?

«Dal punto di vista sociale occorre un welfaremeno generalizzato, rivolto invece a chi ne ha davvero bisogno. L’emergenza odierna si chiama lavoro, il nodo critico della nostra società. Chi lo perde dev’essere aiutato, l’occupato dev’essere messo in grado di migliorarsi, le famiglie devono disporre dei servizi per permettere alle donne di lavorare».

La politica, quindi, ha sbagliato strada?

«Deve rendersi conto che servono aiuti per le aziende, mirati a sviluppo e lavoro».

Ma ce la faremo?

«Non ci sarà possibile crescere come abbiamo fatto fino a ieri, ma cambiando abitudini e rimettendo in pista la meritocrazia ce la potremo fare».

Che cosa vuol dire, Presidente?

«Devono essere gli italiani a credere nel cambiamento e il Governo che verrà deve aiutarli ad assumere le decisioni necessarie al momento».

Lei pensa che le elezioni di febbraio saranno il punto di svolta?

«È possibile».

La politica è delegittimata, non le pare?

«Sì, eppure il voto di protesta non serve».

Dove sono le persone che le fanno intravedere il cambiamento?

«Dobbiamo partecipare tutti. Dobbiamo cambiare abitudini mentali noi, popolazione, e pure i politici».

L’hanno vista molto interessato ad ascoltare Renzi. Ha sorpreso molti.

«Renzi non è più in campo, anche se spero che le sue idee vengano recuperate dal Pd».

Che ne dice di Monti?

«Si è mosso bene nel rapporto con l’Europa, ma si è preoccupato troppo di equilibri di bilancio, aumentando le imposte in tempo di crisi. Forse avrebbe potuto occuparsi più di lavoro che di far calare lo spread».

Non lo voterà?

«Vedrò che cosa propone. Se pensa, ad esempio, di allentare la presa sul fisco, puntando a economia e welfare».

Veniamo ad Alba. Che succede in città?

«L’impressione è che l’area abbia sopportato meglio del Paese la crisi. Nel tempo abbiamo saputo sviluppare capacità imprenditoriali diverse, abbiamo creduto nella meritocrazia, nella norma i rapporti tra impresa e addetti sono stati improntati a correttezza, l’utilizzo della cassa integrazione è ancora limitato, il turismo cresce. Esistono pure qui problemi, anche gravi. Ed è una pugnalata al cuore ascoltare cinquantenni che non trovano lavoro e che non si riesce ad aiutare, ma l’economia ha mantenuto un trend accettabile. La situazione appare invece differente in aree limitrofe, da Asti a Torino».

Sono impressioni o ha numeri in mano?

«Abbiamo un osservatorio che misura i consumi attraverso quaranta aziende commerciali. I dati ci dicono che il 2012 non è stato del tutto negativo e i primi assaggi dei saldi confermano la lettura: l’abbigliamento non si riprende, ma le calzature – per fare un esempio – incrementano le vendite e l’alimentare non cede. Per attirare la clientela la grande distribuzione sforna offerte a gettito continuo e la piccola impresa offre servizi integrativi. Fino a marzo, comunque, credo che il periodo economico sarà difficile».

Ci sono delle iniziative allo studio?

«Siamo in dirittura d’arrivo per la rimodulazione della carta sconti (la family card), che sarà offerta a una più vasta platea di consumatori, con la partecipazione di un maggior numero di aziende».

Sarà diretta a tutti gli over 65, come si pensa?

«Sì, credo di sì».

E il 2013 come lo vede?

«Ho sentore che qualcosa potrebbe cambiare. Cambierà, se riusciremo a mettere insieme la tradizionale capacità italiana ad adattarsi e qualche nuova proposta da parte del Governo. La politica è utile se rispetta le persone ed è concepita seriamente».

Che cosa dovrebbe fare il Governo?

«Su base nazionale e locale è prioritario il lavoro: significa, cioè, dare il via a quanti più cantieri possibile».

Maria Grazia Olivero

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