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ALBA vuol catturare lo SMOG

COLLOQUIO Quanto è salubre l’aria che si respira sotto le torri albesi? Dando uno sguardo ai dati rilevati dall’Arpa (che presentiamo nell’articolo di questa pagina) la risposta è chiara: c’è qualche criticità. L’Amministrazione comunale sta lavorando su questo fronte, ma i problemi relativi agli sforamenti invernali di concentrazione di pm10, condizionati anche da macro-fenomeni ambientali, sembrano insormontabili. Una soluzione potrebbe arrivare, ma il condizionale è d’obbligo, da una sperimentazione che un’impresa locale, la Viberti power, vorrebbe effettuare proprio ad Alba. Ad annunciarlo a Gazzetta è l’assessore Massimo Scavino. «Sul tavolo dell’Amministrazione c’è una proposta di ricerca che prevede l’installazione in punti nevralgici della città di alcuni macchinari (attualmente pensati a forma di cubo, con il lato di un metro circa) che sarebbero in grado di catturare le molecole di anidride carbonica CO2 e altre polveri inquinanti », ha dichiarato Scavino, aggiungendo: «Il Comune è disponibile a ospitare una sperimentazione che potrebbe portare alla nascita di una partnership mista pubblico-privata». Di questa ipotesi abbiamo parlato con l’ideatore del macchinario, Franco Viberti.

Viberti, come fanno questi apparecchi a forma di cubo a catturare le polveri inquinanti?

«Il sistema di base, studiato dall’ingegner Davis Keith e poi sviluppato dalla Carbon engineering del Canada, prevede l’incanalamento dell’aria contenente le polveri inquinanti in una griglia su cui scorre un liquido capace di catturare la CO2 e le polveri sottili. Ora occorre verificare se questo meccanismo, pensato per filtrare l’aria di aree terrestri molto vaste, possa essere effettivamente riprodotto in piccoli apparecchi da installare in città, attualmente non presenti sul mercato».

Alba sarebbe il primo caso di “città cattura-CO2”?

«Probabilmente sì, perché, in questo momento, la ricerca internazionale si occupa quasi esclusivamente della separazione e della raccolta della CO2 prodotta dai grandi impianti».

In quali zone della città si potrebbero installare queste apparecchiature?

«Sarebbe interessante monitorare le zone maggiormente inquinate dai veicoli, tra cui le rotatorie».

Dal progetto che ha presentato in Comune, i cubi “cattura CO2” sembrano lavatrici. Come si potrà ridurre l’impatto ambientale?

«Al momento, si è pensato a una forma cubica in modo da facilitarne la costruzione. Credo comunque che, per avviare l’eventuale ricerca albese, occorra avvalersi di architetti, designer e, perché no, giovani artisti che possano esprimere la propria fantasia nell’adeguare uno strumento tecnico alla realtà architettonica esistente».

Quanti cubi si potrebbero installare?

«Sarà la ricerca a definirlo. I cubi funzioneranno con l’energia del sole, che pensiamo di “catturare” impiegando uno dei nostri generatori-concentratori solari, in grado, secondo le prime stime, di alimentare 30 cubi».

Quali miglioramenti ambientali si potrebbero ottenere con questa sperimentazione?

«Lo scopo della ricerca è proprio di determinare la capacità di “abbattimento di CO2” e polveri sottili garantita dal cubo che, stando agli studi finora effettuati, sarebbe in grado di “catturare” una quantità diCO2equivalente a quella “intrappolata” da 1.000 alberi piantumati nei pressi di una rotonda cittadina». LaCO2 catturata potrà essere riutilizzata?

«Sì. Come dimostrano diversi studi, separando le molecole diCO2si potrebbe giungere alla produzione di Synthetic natural gas, ovvero una sorta di metano di sintesi. Sarebbe davvero bello se Egea volesse cogliere questa idea

Enrico Fonte

Boom di polveri (pm10) inquinanti in inverno

INQUINAMENTO Nel 2012 Alba ha superato la concentrazione di 50 microgrammi al metro cubo di pm10 per 90 giorni, contro i 35 “consentiti” dalla legge. Un dato non inferiore ai 123 sforamenti di Alessandria e ai 118 di Torino, ma che impone una riflessione. Nel 2011, con 83 sforamenti annuali, era andata leggermente meglio, mentre il 2010 era stato l’anno del record positivo, grazie ai “soli” 64 giorni fuorilegge. Il record negativo risale invece al 2006, anno in cui gli sforamenti erano stati 121. Il limite di legge viene praticamente sempre superato per “colpa” dei mesi invernali, soprattutto quelli molto freddi, con poche precipitazioni e scarsamente ventilati, che impediscono alle polveri dannose per l’uomo di disperdersi nell’atmosfera.

Questo fenomeno, ha spiegato l’assessore Massimo Scavino, è comune a tutte le città della pianura padana. La notizia rassicurante riguarda la media giornaliera annuale di concentrazione di pm10 che nel 2012 è scesa dai 39 mg/mc del 2011 a 38. Altre cause che contribuiscono a inquinare l’aria sono le emissioni delle industrie e degli impianti di riscaldamento obsoleti e gli scarichi dei veicoli a motore, che, comunque, ad Alba, incidono in maniera relativamente limitata, dato che il parco-auto in circolazione è piuttosto moderno. Il Comune continuerà a favorire la conversione delle auto a Gpl e altre iniziative di sensibilizzazione.

L’Esecutivo guidato da Maurizio Marello, al lavoro anche per realizzare una sorta di calcolo delle emissioni di CO2 nell’ambito dell’adesione al Patto dei sindaci, chiederà all’Arpa la possibilità di installare una seconda centralina (mobile) di rilevamento delle polveri sottili in un’area trafficata ma meno critica, «in modo da avere un quadro più preciso sulla distribuzione di pm10 nel periodo invernale», ha asserito Scavino, il quale ha affermato che benefici ambientali si potranno ottenere con il completamente della pedonalizzazione del centro e con la realizzazione del terzo ponte sul Tanaro. Sembra invece già giunta al capolinea l’avventura del biofix, la colla vegetale pensata per “incollare” al suolo le microparticelle inquinanti. Dopo gli esperimenti del 2011, nell’anno appena concluso, per via delle temperature rigide, non è stato quasi mai possibile nebulizzare sulle strade la sostanza, che dunque potrebbe uscire di scena a breve.

e.f.

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