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Monchiero: con Monti per cambiare l’Italia

L’INTERVISTA Per Giovanni Monchiero la laurea in scienze politiche all’Università di Torino coincide con l’avvio del lavoro da dipendente della Regione: era il 1975. Il suo curriculum annota l’iscrizione all’Ordine dei giornalisti pubblicisti nel 1979, il ruolo di segretario della Sezione di Alba- Bra del Comitato regionale di controllo fino al 1991, poi l’ingresso nella dirigenza del comparto sanitario come amministratore straordinario dell’ex Ussl 65, la direzione generale dell’Asl di Alba- Bra, quindi dell’aso San Giovanni Battista di Torino e il recente ritorno ad Alba fino alle dimissioni dei mesi scorsi. Ora Giovanni Monchiero, canalese, corre con Scelta civica per Monti per un posto alla Camera dei deputati nel collegio di Torino.

Perché è entrato in politica, Monchiero?

«Le logiche accentratrici dell’amministrazione regionale hanno reso sempre più debole la posizione delle Asl e del direttore generale. Ho quindi maturato il convincimento che per essere davvero utile alla nostra, pur eccellente, sanità locale fosse necessario un impegno a un livello più alto. Gli eventi non fanno che confermare la bontà di questa scelta».

Perché candidarsi a Torino?

«Mi ero dimesso tempestivamente, nel rispetto della normativa, ma lo scioglimento anticipato delle Camere mi ha reso ineleggibile nella nostra circoscrizione. I responsabili di Scelta civica per Monti hanno ritenuto che l’esperienza maturata come presidente della Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) e come direttore generale delle Molinette fosse utilmente spendibile su Torino. Sono leggi ben stravaganti quelle che impongono regole ferree ai direttori delle Aziende sanitarie e consentono ai magistrati, agli assessori regionali e addirittura ai presidenti di Regione di potersi liberamente candidare, per poi scegliere dopo».

Che cosa pensa della legge elettorale?

«Ho sempre ritenuto che il “porcellum” fosse un’infamia. L’Italia è l’unica democrazia al mondo in cui i cittadini non possono scegliere i membri del Parlamento. I due partiti maggiori (Pd e Pdl), che – ignorando gli accorati e reiterati appelli del presidente Napolitano – ne hanno impedito la modifica, condividono una responsabilità enorme. Spero che gli elettori non lo dimentichino ».

Perché si è schierato con Mario Monti?

«Il Presidente è persona seria e competente, stimata e apprezzata in Italia e all’estero. La sua credibilità è stata la carta vincente che ha consentito al Paese di non precipitare ai livelli della Grecia. Superata l’emergenza, ha deciso di dare la sua disponibilità a un impegno diretto in politica, per cambiare in meglio il Paese. Per la mia storia personale e le mie convinzioni più profonde, non potevo che schierarmi con lui».

Che cosa proponete in una situazione economica tanto difficile?

«Le campagne elettorali sono il luogo delle promesse roboanti, chi cancella le tasse, chi sopprime l’esercito. Difficile pensare che chi ha raccontato storielle per vent’anni sia, improvvisamente, diventato sincero. Noi riteniamo che, innanzitutto, vada cambiata la politica. Nelle liste di Scelta civica per Monti per la Camera dei deputati, non ci sono ex parlamentari ma solo persone provenienti da esperienze professionali. Il nostro capolista su Torino, Paolo Vitelli, è un imprenditore di successo, competente, determinato e di grande umanità. Un impegno assunto da lui mi pare più credibile di quelli degli Alfano, delle Calabria e dei Capezzone, nostri dirimpettai nel Pdl…».

Alba non la vedrà come suo rappresentante.

«Come dimostra la triste vicenda del tribunale, il territorio ha bisogno di una rappresentanza politica fortemente rinnovata. La candidatura a Torino non mi farà scordare di essere albese. Nel nostro collegio il n. 2 è Mariano Rabino, che alle energie giovanili unisce esperienze significative di amministratore locale. Per una serie di fortunate circostanze Scelta civica per Monti colloca due albesi in posizioni utili per essere eletti. Dagli altri partiti Alba è stata del tutto dimenticata. Anche questo ci incoraggia a chiedere con forza, ai nostri concittadini, di affidarci il compito di rappresentarli in Parlamento».

m.g.o.

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