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Asti, la telenovela continua

L'anno terribile dell'Asti Docg. Perdite per 40 milioni di euro

VINO Continua la telenovela relativa all’inclusione della città di Asti nella zona di origine dell’Asti Docg. La novità risale alla scorsa settimana, quando il Tar del Lazio ha accolto i ricorsi di vari organismi piemontesi, la Produttori Moscato d’Asti associati, la Coldiretti regionale, l’Associazione dei Comuni del Moscato e l’associazione Muscatellum.

Con questo provvedimento il Tar ha annullato il decreto del 16 maggio 2012 che aveva inserito nella zona di origine dell’Asti Docg parte del territorio del Comune di Asti. Ciò che aveva scatenato la bagarre era il fatto che, includendo nella zona docg questa parte della città di Asti, si erano inseriti nella zona stessa i terreni dell’azienda Castello del Poggio, di proprietà della famiglia Zonin.

In contemporanea, il Tar ha dichiarato cessata anche la materia del contendere riferita al ricorso che a suo tempo l’azienda Castello del Poggio aveva intentato contro il decreto del 21 novembre 2011 che non aveva incluso nella zona Docg il territorio della città di Asti.

In sostanza, le decisioni del Tar del Lazio ripristinano il disciplinare di produzione della docg “Asti” varato dal decreto del 21 novembre 2011 e annullano l’inclusione in tale zona docg del Comune di Asti e dei terreni di Castello del Poggio.

Per quanto c o n c e r n e l’azienda di Zonin, dovrà essere revocata l’iscrizione dei suoi terreni sullo schedario vitivinicolo regionale per quanto concerne la docg “Asti”.

Nonostante le comunicazioni per certi versi “trionfalistiche” degli organismi risultati vincitori in questa contesa, temiamo che la questione non si chiuderà qui. La Zonin a suo tempo ha ribadito più volte che percorrerà tutti i gradi di giudizio. Sono quindi probabili i ricorsi e altre carte bollate. Crediamo, perciò, di doverci in futuro ancora occupare di questa materia.

Giancarlo Montaldo

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