Da dove vengono i tartufi?

Fermato romeno con oltre 14 kg di tartufi bianchi non certificati in auto

14 esercenti all’ingrosso dovranno rispondere di frode in commercio

Ma i tartufi bianchi d’Alba arrivano davvero tutti dall’albese? È questo un interrogativo che da molto tempo circola nel mondo del Tuber magnatum Pico. Ora, a fare luce sulla questione potrebbe essere l’inchiesta avviata dalla Procura albese e dal Corpo forestale di Asti, che coinvolge 14 commercianti all’ingrosso di tartufi del cuneese e dell’astigiano (tra questi c’è anche un altoatesino). Nei loro confronti il Pm ha emesso un avviso di conclusione indagini: l’ipotesi di reato è frode nell’esercizio del commercio. Secondo gli inquirenti, gli indagati avrebbero acquistato gran quantità di tartufi in Croazia, Slovacchia, Molise ed Emilia, per poi aggiungergli una percentuale più o meno ampia di prodotti locali e rivenderli a ristoranti e commercianti italiani, oppure spedirli all’estero, facendoli comunque passare tutti per piemontesi.

Ad agevolare questo fenomeno il fatto che la dicitura “tartufo d’Alba” indica la qualità del prodotto e non necessariamente l’origine albese. Per gli inquirenti, però, in questo caso ai compratori sarebbe stata garantita verbalmente la provenienza piemontese delle trifole.

A difendere alcuni degli indagati è l’avv. Roberto Ponzio, figlio di quello che fu uno dei più noti commercianti di tartufo di Alba. «I miei assistiti», commenta il legale, «hanno chiesto di essere sentiti e attendiamo la convocazione per dimostrare l’infondatezza della notizia di reato. Confidiamo, producendo la documentazione di acquisto e di vendita in cui compare la dizione Tuber magnatumPico senza indicazione della provenienza, che l’inchiesta verrà archiviata. D’altronde, a quanto ci risulta, gli acquirenti sentiti da chi conduce le indagini si sono detti soddisfatti della qualità del prodotto».

Il legale aggiunge: «L’indagine alza il velo sulla scottante problematica della tracciabilità del tartufo. Cinquant’anni fa mio padre da antesignano sollevò la questione e nella sua vetrina campeggiava la garanzia di origine e provenienza albese. Ovviamente il tartufo è buono dappertutto, ma ritengo che quello albese abbia una qualità migliore. È un peccato che Alba non sia riuscita a ottenere normativamente una denominazione di origine protetta: si sono preferite altre strade, come quella di fare aste con collegamenti mondiali e quotazioni assurde».

ro.bu.

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